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Published on Giugno 3rd, 2020 | by Antonio Tortolano

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Come una stella – Novastar: Megamusic intervista Barbara Cavaleri

Oggi su Megamusic vi proponiamo l’intervista a Barbara Cavaleri, cantautrice che di recente ha pubblicato l’album Come una stella – Novastar, un racconto futuristico della società dai toni elettro-pop. Il suo stile è stato influenzato anche dalla sua permanenza a Londra, dove ha avuto la possibilità di entrare in contatto con realtà folk locali e di esibirsi su diversi palchi della città. Attualmente lavora come autrice di testi e melodie in ambito cinematografico e nell’ambito del VoiceOver. La voce rimane il suo primo strumento creativo, messo a disposizione anche nel campo dell’insegnamento della produzione vocale e di musica e canto presso diversi istituti e accademie nazionali.

Barbara, sono passati quattro mesi dall’uscita del tuo nuovo progetto musicale. Quale bilancio senti di tracciare?

Ho accolto tantissimi commenti positivi. Non mi aspettavo che le persone capissero e apprezzassero canzoni che io per prima sapevo essere “difficili”, poiché non immediate per sonorità, o tematica. Invece, ho sentito molto calore da parte di chi ha ascoltato le canzoni.

 Come è nata la scelta del titolo dato all’album?

Avrei voluto che si chiamasse solo “Novastar”, il nome del progetto iniziale di scrittura, ma per una sovrapposizione di omonimia ho dovuto scegliere di cambiare, e “Come una stella” era il titolo, che, affiancato a “Novastar”, rappresenta al meglio la dualità dell’anima del lavoro.

A quale pezzo senti di essere maggiormente legata e perché?

Sono molto legata a “Le parole” perché è la prima canzone che ho scritto dopo tante canzoni scartate e lasciate nel cassetto, ed è la canzone che mi ha fatto capire che questo lavoro stava per essere il mio futuro disco.

 Come hai vissuto il lockdown? Dal punto di vista creativo è stato favorevole o ansia e paura hanno preso il sopravvento?

Direi che non ho attraversato picchi di stato emotivo in nessuno dei due sensi. Ho piuttosto riflettuto parecchio, ridato un nome alle cose e al presente. Cercato di capire come ripartire in futuro, come essere umano, più che come musicista.

Cosa ne pensi della situazione dei lavoratori dello spettacolo dopo tutto quello che è accaduto. Quale può essere, secondo te, la via d’uscita?

La situazione era complessa prima, adesso ancora di più, ma forse è proprio con questo disagio che ci si renderà conto che la cultura in Italia, la musica, in questo caso, ha un posto piccolo e un po’ scomodo nel mercato. Soprattutto per gli indipendenti questi tre mesi sono stati una cartina tornasole. Penso che il web abbia dato una chance di condivisione, e che si debba ripartire dal pubblico, dalla divulgazione della musica nelle scuole, per far sì che un domani i musicisti vengano messi in un posto più dedicato e solare. E per divulgazione della musica, intendo dire che ai bambini andrebbe fatto ascoltare tutto: da Mozart ai Clash.

Facendo un passo indietro, quanto è stata importante per te l’esperienza a Londra?

Fondamentale, senza quell’esperienza non sarei la persona che sono oggi. Bisogna viaggiare, uscire dalla propria casa di provenienza da giovani e formarsi in autonomia. È un valore aggiunto che non scambierei con null’altro al mondo.

Nel mondo elettropop quali sono i tuoi punti di riferimento?

Mi piace molto Neneh Cherry, il suo ultimo disco è stato spesso ascoltato come riferimento. Per scrivere però lascio che mi ispiri tutto, dai nomi grandissimi, ai cantautori folk meno conosciuti nel mondo.

 In che modo ti approcci diversamente alla scrittura musicale rispetto a quella cinematografica?

Sono due mondi totalmente differenti.  Se lavoro a un disco mi sento, oggi, libera di arrivare dove richiede la mia ispirazione. Se lavoro con un compositore di cinema, o un regista, ho bisogno che ad ispirarmi sia il suo immaginario e la storia di ciò che sto descrivendo con la colonna sonora.

Cover Come Una Stella_ Ph. Federico Cadenazzi

Del videoclip di Come una stella puoi darci qualche aneddoto in più?

Posso dirvi che per montare quelle cornici che vedete sospese in aria, ho visto la squadra di lavoro appesa a diversi metri di altezza e io che soffro di vertigini correvo a nascondermi per non morire di paura. Poi a quelle altezze sono dovuta salire io, e ballare vi lascio immaginare la fatica, ma anche l’immenso divertimento!

 Quali sono i tuoi progetti futuri?

Vorrei scrivere qualcosa di più intimo, con sonorità molto minimali.

Antonio Tortolano

ph. Federico Cadenazzi

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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