interviste miki porru

Published on Ottobre 28th, 2015 | by Antonio Tortolano

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Diamanti: Megamusic intervista Miki Porru

Oggi su Megamusic vi proponiamo l’intervista a Miki Porru, che lo scorso 7 ottobre ha lanciato Diamanti, il suo nuovo album, composto da dieci brani, tutti scritti dall’artista sardo, trapiantato a Bologna. Il disco è prodotto da Red Canzian per la Blu Notte Produzioni.

Diamanti rappresenta un’approfondita indagine emotiva su ogni aspetto che caratterizza le relazioni sentimentali. Lo stessp Canzian ha co-interpretato con Miki Porru anche Amore davvero.

Nell’album spicca poi una collaborazione artistico-musicale creata da un team composto da: Phil Mer (batteria e percussioni), An Lamebrain (Andrea Lombardini – basso), Daniel Bestonzo (pianoforte e tastiere), Alberto Milanii (chitarre), Ivan Geronazzo (chitarra acustica), Arianna Cleri (back vocal) & Red Canzian (cori). L’album è stato mixato da Antonio Nappo, che ha seguito le registrazioni fin dalla pre-produzione. Per Miki Porru una carriera iniziata nel 1983 e che lo ha visto protagonista anche in due edizioni del Festival di Sanremo…

Miki, come nasce Diamanti e qual è il riscontro di queste prime settimane?

Diamanti nasce dopo tre mesi di lavoro compositivo, una severa selezione dei brani e un mese e mezzo circa di studio di registrazione (fra pre – produzione e realizzazione). Avevo già un altro album pronto bello e finito, ma dopo avere lavorato come co – autore di quasi tutti i brani dell’album solista di Red Canzian, lui si è reso disponibile ad aprire le porte del suo fantastico studio affinchè realizzassi un lavoro che da tempo sognavo: quello di un album “concept” con canzoni fra loro collegate sul tema delle relazioni sentimentali. Così ho messo nel cassetto l’album che avevo co – prodotto insieme a Paul Gordon Manners (che prima o poi farò comunque uscire) e mi sono buttato anima e corpo sulla realizzazione di “Diamanti”. Ho avuto la fortuna di lavorare con un team di musicisti favolosi e credo che il risultato si “senta”. Il risultato di queste prime settimane, considerato anche che io sono un outsider, è più che soddisfacente. I riscontri sono positivi, il singolo comincia a girare per qualche radio, sul portale di MusicFirst siamo arrivati al nono posto. Abbiamo appena cominciato, direi tutto bene.

 La musica in generale è piena di canzoni d’amore, spesso con testi banali. Come sei riuscito, in un album dove la tematica amorosa è presente in maniera massiccia, a costruire un lavoro intenso?

Io lavoro molto sul linguaggio, quando scrivo i testi. Amo che i contenuti siano supportati da una forma espressiva riconoscibile e “mia”. Tutti abbiamo qualcosa da dire, ma a livello artistico è il “come” che fa la differenza. Su quel “come” credo di essere abbastanza capace. Per quanto riguarda il “cosa”, il contenuto, è vero che la canzone d’amore è parecchio inflazionata, ma è comunque centrale all’universo di tutti i grandi autori e interpreti di canzoni. Pensiamo a Battisti, a Paoli, a Tenco, a De Gregori, ma anche a Brel, a Ferrè, a Cohen. Quindi, ho semplicemente pensato di dire quello che avevo da dire sulle relazioni sentimentali, mettendo in campo il mio vissuto e facendo in modo che ogni canzone rappresentasse una particolare caratteristica della relazione amorosa (sconfitta, dolcezza, rimpianto, desiderio etc…).

 La produzione dell’album è di Red Canzian con cui duetti anche. Quanto è forte l’impronta di Red in questo lavoro discografico?

Red è molto bravo a riconoscere una buona canzone da una meno buona e in fase di selezione dei brani mi ha aiutato a mettere nell’album le cose più valide fra quelle che avevo scritto. Ha un’esperienza incredibile e un gran fiuto per queste cose. Non si resiste ai vertici per così tanto tempo senza caratteristiche come quelle che ti ho indicato. Dopodichè, il lavoro è stato realizzato in grande autonomia, anche perché fra me e Red c’è un rapporto di amicizia, grande fiducia e stima. Diciamo che ha comunque creato le condizioni affinchè il contesto realizzativo dell’album fosse perfetto (studio e scelta del team in primis).

Collaborazioni importanti in Diamanti, con un sound minimalista. Ci sono state particolari difficoltà in sede di registrazione?

No, tutto ciò che si sente è frutto di una fluidità esecutiva e di una condivisione d’intenti, rispetto agli obiettivi che ci siamo posti sul piano del mood sonoro, assolutamente fantastiche. Tutti hanno partecipato agli arrangiamenti (Phil Mer, batteria e percussioni; Andrea Lombardini, basso; Daniel Bestonzo, pianoforte e tastiere; Alberto Milani, chitarre elettriche e acustiche e Ivan Geronazzo, chitarre acustiche), e Phil ha fatto da splendido collettore di idee coordinando le fasi esecutive. L’obiettivo era quello di un sound capace di essere molto intrigante ma mai invadente a discapito delle canzoni, che esprimono intensità forti con i loro testi e che devono pertanto emergere in quanto tali. Non abbiamo avuto nessun contrasto, e anche quando, come sempre si fa prima di un album, abbiamo cercato qualche reference, abbiamo praticamente tutti indicato l’ultimo album di Damien Rice. Più uniformità d’intenti di così non si poteva desiderare.

miki porru

 Ci racconti come è nata Spilli e Lapilli?

Quando bevo più del solito amo scrivere folli lettere d’amore a donne inventate che esistono solo nella mia fantasia. Così mi sono immaginato questo tizio in preda ad amor fou che scrive questa lettera un po’ delirante alla sua “baccante” che “lo svena”. Mi piace l’aperura del chorus così enfatizzata e ruvida sulle parole che ripetono: “Sei virtuosa fra gli orpelli/ vuoi certezze, vuoi gioielli/ ho soltanto ferro e fuoco/ so che tu, volendo tutto, lo ritieni poco”. Rende l’idea dello squilibrio pericoloso che s’annida in quella passione.

Amare tra le stelle fa rima con L’assedio di un’assenza. Ci dici qualcosa in più?

E’ l’assedio del desiderio di fronte all’attesa del momento fisico. Il desiderio non ama aspettare, anzi l’attesa lo tortura, lo strazia, e anche quando è consapevole del fatto che presto potrà sfogarsi, appagarsi, non si da pace di fronte all’assenza. Non c’è niente di razionale nella pulsione dei sensi. Ciampi scrisse “la tua assenza è un assedio”, “Amare fra le stelle”, più semplicemente, racconta che “Quando non ci sei tu tutto quello che c’è…non c’è più”. E’ un brano delicato ma molto fisico e i colori fantastici di batteria, basso, piano e chitarra che Phil, Daniel, Andrea e Alberto creano con i loro tocchi si fanno tutt’uno con le parole e l’atmosfera della canzone.

 C’è un brano a cui sei legato in maniera particolare?

Le canzoni sono come figli e chi le fa fatica a decidere chi sia il più bello fra i pargoli. Si va un po’ a periodi. Quindi parlando di brani compresi in Diamanti ti dirò che in questo momento “Lo vedi come sei?” è particolarmente amata dal sottoscritto. Se parliamo invece di canzoni di altri, potrei citartene tante. La prima canzone però che mi ha fatto fremere in ogni dove di corpo e mente, è stata “La leva calcistica della classe 68” di Francesco De Gregori, una pietra miliare che ha toccato tutte le corde del mio vissuto d’infanzia e che tocca tutte le corde della mia adultità.

 Qual è il tuo rapporto con il pubblico?

La canzone è arte popolare e come tale ha bisogno del pubblico per essere valorizzata. Io amo molto l’incontro ravvicinato con chi mi segue, tanto è vero che prediligo la forma dei concerti a domicilio (House Concert) proprio perché crea una sorta di complicità vivida fra l’artista e chi lo segue.

 C’è un giovane artista italiano che apprezzi più di altri?

Non so quanti anni abbia e fa cose molto diverse dal mio mondo cantautorale, però mi piace molto Tiziano Ferro. Fra i poco conosciuti sono invece diventato un fan di Joan Thiele. E’ fantastica ed è italiana.

L’attuale momento dell’industria discografica. Cosa ne pensi di major e label indipendenti?

Boh, ci credi che è un argomento che non mi appassiona? Nella prima parte della mia carriera firmai contratti per grosse case discografiche (CBS e Ricordi). Oggi è cambiato tutto e per quel che mi riguarda non posso che dare merito ad ArtistFirst per l’entusiasmo e la competenza con cui lavora alla distribuzione dei suoi prodotti (fra cui c’è “Diamanti”). Il concetto di “indipendente”, d’altronde, oggi è abbastanza relativo.

Che differenze noti tra i Sanremo dove hai partecipato e quelli attuali? A quale edizione sei rimasto affezionato maggiormente?

Sanremo è Sanremo, dice lo spot. Può variare in qualche dettaglio, può cambiare il look da un’edizione a un’altra a seconda di chi lo presenti, ma rimane immodificabile come fenomeno di costume che continua a raccogliere le persone davanti alla TV per qualche giorno. A sentire in giro, in pochi lo guardano, poi però gli ascolti sono sempre molto alti. Strano… Beh, io sono affezionato a tutte due le edizioni in cui ho partecipato. A quella dell’87 perché fu un debutto pieno di soddisfazioni con il secondo posto fra i giovani e a quella dell’anno dopo perché per riuscire ad avere l’autografo di Paul Mc Cartney (che ottenni) trascurai di andare a ritirare il premio sul palco, e l’aneddoto è finito nell’antologia ufficiale del Festival, visto che, udite udite, gli unici partecipanti al Festival che non hanno ritirato il premio siamo io e Adriano Celentano. Se fossi come lui anche in quanto a guadagni e a dischi venduti, pensa, potrei evitare l’affitto e comprarmi casa!

 Progetti futuri?

Portare in giro Diamanti, dal vivo, ma non solo. Continuerò la mia attività di autore, infatti, e seguiterò a insegnare a chi ha voglia di ascoltarmi il mio metodo di scrittura di testi. Il mio corso per parolieri mi sta dando molte soddisfazioni e spero di avere il tempo per trascriverlo presto in una sorta di ciò che gli angloisassoni chiamano “How – Book”.

Crediti fotografici: Cristian Dossena

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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