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Published on Giugno 23rd, 2013 | by Ylenia Rossini

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Vasco Rossi e il grande ritorno a Bologna

Bentornato a Bologna Vasco Rossi. La festa è iniziata con giorni di anticipo. Con le tende montate davanti all’ingresso prato dello stadio Dall’Ara, i pellegrinaggi nei luoghi bolognesi del Blasco, le foto al Roxy Bar di via Rizzoli. C’è chi era già, due settimane fa, sotto la pioggia di Torino ma per lui, “due concerti sono il minimo“; c’è chi ha prenotato l’autobus su un sito internet nato ad hoc che garantisce partenze da tutta Italia e c’è sicuramente chi ha questa data segnata in agenda, le ferie prenotate da gennaio quando, dopo il primo annuncio su Facebook, si è saputa la data e l’ora esatta in cui sarebbe tornato.

Da Villalba, la clinica privata dove Vasco Rossi era stato ricoverato nel 2011 e da lì costretto a interrompere il tour, allo stadio Dall’Ara, il rocker di Zocca, che questa sera suonerà per la prima delle tre date nella città ne ha passate tante.

La malattia. I numerosi ricoveri, l’ultimo tra lo scorso settembre e ottobre quando, contro il parere dei medici, decise di uscire mentre erano ancora in corso le cure per il riacutizzarsi di una malattia respiratoria, il matrimonio,  la Puglia e il successo da ‘social rocker’ tra clippini e duri post che dividevano la rete, come quando criticò certa beneficienza nei giorni del concerto al Dall’Ara degli artisti emiliani a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Concerto del quale Vasco Rossi è stato il grande assente. Bologna è stata il crocevia del Komandante fuori dal palco, lontano dalle truppe.

Da qui partivano le voci sul suo stato di salute, tra conferme e smentite e le apprensioni dei fan. La paura, malcelata, di non vederlo più in quello strano sacrario musicale, in quel rito che sono i suoi concerti negli stadi. Timori durati fino all’urlo di Torino, che ha spazzato via ogni dubbio. Per la gioia della sua combriccola fatta di milioni di persone, di generazioni che non vedevano l’ora di riaccoglierlo. Sono loro i primi a parlare di una seconda vita. Iniziata, in un certo senso, due anni esatti prima di quello che sarà l’ultimo concerto di questo mini-tour, il 26 giugno 2011: allora, in un’intervista a sorpresa, annunciò le sue dimissioni da rockstar. A luglio, il primo ricovero. Ma lui si è rimesso. Le dimissioni sono state respinte.

E dopo tanto sbandare, milioni di italiani urlanti, “sono ancora qua”, sotto il sole di fine giugno a Bologna, aspettando che un uomo, verosimilmente con occhiali da sole e cappellino, appaia sul grande palco appoggiato sotto la collina di San Luca. Un boato. Poi Vasco Rossi. È emerso dal palco nell’urlo del Dall’Ara esaurito alle 21 in punto. Ed è iniziato così, senza fuori programma, col cielo di Bologna ancora illuminato e la luna piena ad accompagnarlo alle spalle, il primo dei tre concerti nel capoluogo emiliano del rocker di Zocca. La lunga attesa dei primi che, alla 15.30, sono entrati nel prato dello stadio dopo un’attesa letteralmente di giorni sotto le tende montate all’ingresso, si è sciolta sul ritmo dell’ ‘Uomo più semplice, il suo ultimo singolo. “Tutto bene? – ha detto dopo le prime canzoni – Tutto è bene quel che finisce bene…”. Una breve pausa, prima di riprendere la scaletta saltellando per tutta la lunghezza del grande palco montato sotto la curva San Luca con la sua Domenica lunatica.

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Nata a Firenze, dopo una laurea in Marketing, ho capito che il lavoro in azienda non faceva per me perchè oscurava la mia creatività. Il vecchio pallino della scrittura e l’amore per il web hanno fatto la differenza. Blogger e giornalista free lance, unisco l’antica passione per il “mestieraccio” a quella per i viaggi e la musica…



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