Published on Novembre 5th, 2013 | by Margy Vanoni
0Pixies: la band di Boston esalta il pubblico dell’Alcatraz
Il segno che i Pixies hanno lasciato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, quando con cinque album in cinque anni hanno influenzato tutta la scena dell’alternative rock, dai Nirvana ai Radiohead, è di quelli che non si cancellano. E infatti, nonostante non abbiamo prodotto un disco dal 1991, i loro concerti, ripresi nel 2004 dopo un divorzio durato un decennio, fanno sempre il pieno. Non ha fatto eccezione l’unica data italiana del loro nuovo tour mondiale, all’Alcatraz di Milano, dove ieri sera la band di Boston capitanata da Black Francis ha registrato il tutto esaurito proponendo il suo mix di garage, pop e indie-rock fuori dagli schemi, un calderone di melodie pop e minimaliste, scatti punk, ritornelli accattivanti, strappi elettrici e impreviste dissonanze.
Delle due grandi novità, cinque nuovi pezzi frutto di un ep e di un singolo pubblicati nel 2013 (accolti senza troppo slancio dalla critica) e l’abbandono in estate dalla storica bassista Kim Dean, è stata soprattutto la seconda a farsi sentire. In una serata in cui comunque i Pixies, dopo due ore di musica, hanno ricevuto la calda ovazione del pubblico, che continua a venerarli per aver disseminato lungo la strada del rock alternativo due album ‘miliari’ come Surfer Rosa e Doolittle. Francis ha aperto le danze con la ipnotica Caribou, ha acceso i fan con Monkey goes to heaven, pescato Havalina e Velouria dall’album Bossanova, sferzato con la nevrotica Vamos e fatto cantare con Here comes your man. Alla sua voce, con le sue improvvise ruvidezze, ha fatto da contraltare la chitarra spigolosa di Joe Santiago.
I nuovi pezzi dei Pixies, come il singolo Bagboy e Indie Cindy, si sono innestati su una setlist in cui hanno svettato classici come Hey, Gauge Away, Debaser e Wave of mutilation (ma non purtroppo Gigantic, uscita di scena assieme alla Dean che la cantava). I bis si sono chiusi sulle belle note di Where is my mind, tratta da Surfer Rosa, colonna sonora del film Fight Club e oggetto di molteplici cover. Il coro è stato collettivo, come l’applauso finale, dovuto a chi vent’anni fa, con un pugno di album fulminanti, si è meritato un affetto che dura ancora oggi.