Published on Gennaio 31st, 2014 | by Antonio Tortolano

Megamusic intervista Alice Mondia

Padre svizzero, madre tedesca. Parliamo di Alice Mondia, cantante elvetica che vive a Lugano e che nel 2013 ha pubblicato Plaster, il suo secondo album, arrivato pochi mesi dopo Scacco, il primo lavoro che l’aveva fatta conoscere anche al pubblico straniero. Alice Mondia è un artista particolarmente versatile. Suona pianoforte e basso elettrico, appassionata di snowboard e wakeboard, è anche modella. Ha partecipato al concerto di Natale del 2012 e nello stesso anno ha aperto diversi concerti di Gatto Panceri. E’ del 2013 l’esperienza in tour con i Sonohra. Plaster è un lavoro molto ricercato, come ci racconta la stessa Alice che è partita da un elemento come il gesso come fonte di ispirazione. I brani hanno sempre un significato particolare, toccando anche temi caldi come la violenza sulle donne fino alla solidarietà.

Alice, partiamo da Plaster. Come nasce questo album?

È arrivato pochissimo tempo dopo “Scacco”, neanche un anno. Dopo il Concerto di Natale sono tornata in studio e sono nati un brano dopo l’altro. Un’esplosione di creatività nuova, di voglia di comunicare in un altro modo.

Come mai il gesso come fonte di ispirazione?

Si, il gesso, inteso soprattutto come materiale con cui gli scultori lavorano per creare la struttura che darà poi forma alle proprie opere d’arte. Mi piace pensare che le singole note, gli arrangiamenti, le parole creano canzoni e perché no, opere d’arte in grado di suscitare emozioni. È un disegno che si sposa a pennello oltre che essere una materia a cui si può dare grande sfogo creativo. Il bellissimo book realizzato da Gianni Lo Giudice trovo che sia meraviglioso e che rappresenti a pieno il progetto e la musica di Plaster.

Sette brani di cui quattro in inglese e tre in italiano. A quale sei più legata e perchè?

Sono legata in modo particolare ad ognuno in modo diverso soprattutto a “Donne Come Me” (contro la violenza sulle donne) e “Plaster” scritta con le mie mani. “Run” è il mio grande orgoglio, colonna sonora della Corsa dei Santi e di altre manifestazioni sportive e che porta con orgoglio un bellissimo progetto umanitario con sé. Tutti i fondi racconti dal brano saranno devoluti alla Fondazione Don Bosco nel Mondo.

Soul, pop, rock. Come arrivi a questa contaminazione di generi?

Sono cresciuta guardando i canali musicali tedeschi ed ascoltando artisti britannici e americani ascoltati dai miei genitori. È stato molto naturale. La musica italiana l’ho scoperta recentemente ed è stato come scoprire un nuovo mondo.

Hai partecipato a diversi live di artisti italiani. Quanto è importante per te il contatto con il pubblico?

È stata una bella fortuna, poter condividere il palco con bravissimi artisti e partecipare anche a diversi radio tour. Il contatto col pubblico è fondamentale, sono il traguardo a cui arriva la musica dopo che è stata scritta. È la conferma del tuo lavoro, della tua bravura e di quanto riesci ad esprimere. Un artista senza pubblico è come un corpo senza anima.

Crisi dell’industria discografica, qual è il tuo pensiero su major ed etichette indipendenti?

Lo si può dire forte. La crisi sta letteralmente rovinando il mondo della musica. Se parliamo di major parliamo ormai unicamente di Talent show; per artisti come me che tentano una strada diversa è altamente distruttivo. Un artista indipendente suona in modo semplice con i suoi mezzi, i ragazzi che scelgono i talent vengono proiettati subito in un mondo scintillante e di gran visibilità facendo quasi sembrare noi altri cheap e di meno valore. Non sono assolutamente contro i talent, anzi trovo che il fatto che abbiano portato la musica in televisione e che diano la possibilità ad tantissimi ragazzi di provare questa strada sia bellissimo. Ma come tutto quando è troppo crea un danno. Siamo oberati di talent e ormai sembra esistere solo questa via per diventare un vero artista.
Le etichette indipendenti stanno facendo un grandissimo lavoro. Ve ne sono moltissime e validissime ma purtroppo non hanno i mezzi e i canali riservati alle major. Le major hanno i canali ma non hanno più i budget quindi non investono più negli artisti se non per brevi periodi e su prodotti estremamente commerciali. Andiamo bene!

Raccontaci dell’esperienza londinese legata a Plaster

È stata una incredibile e inaspettata sorpresa. Poter lavorare con Matt Howe ha rappresentato un’esperienza unica. Lui è una persona molto semplice e di grandissima cultura. Abbiamo lavorato con lui nello studio audio dei Pinewood Studios luogo dove vengono girati moltissimi film del calibro de “I Pirati dei Caraibi”, “Thor”, “Harry Potter” e tutti i brani di Plaster sono passati nel bancone analogico utilizzato in passato dai Led Zeppelin. Non riesco ancora a crederci.

Qual è il livello attuale della scena musicale elvetica?  E in Italia, quali artisti apprezzi maggiormente?

La Svizzera ha una caratteristica speciale che è quella delle diversità culturali e linguistiche. In Svizzera vi è una piccola parte dove si parla italiano, una piccola parte dove si parla romancio, una parte svizzero-francese e una maggioranza svizzero-tedesca. Naturalmente ogni parte ha i suoi propri artisti o ascolta quelli di Francia o Germania. È difficile fare un panorama della musica elvetica. In generale sembra che si dia abbastanza spazio alle piccole band emergenti locali, ma in concreto quasi nessuno arriva mai al successo nazionale. In Ticino soprattutto negli ultimi anni sembrano esserci molti giovani che si avvicinano alla musica, ma spesso più per hobby; non viene minimamente visto come un lavoro, anche perché le possibilità di suonare sono minori che in altre nazioni.

Parteciperesti a un talent show?

Direi di no. Mi farebbe paura entrare nel meccanismo dei Talent anche se può portare molto. Mai dire mai ma sarebbe davvero un’ultima disperata spiaggia. Essere un’artista indipendente è una libertà che non si sposa con questo mondo.

Il 2014 di Alice Mondìa cosa prevede?

Live e far conoscere a più persone possibili la mia musica, le mie idee, le mie avventure. Ho anche il desiderio di tornare ad esibirmi oltre che in Italia anche in Germania. Vediamo cosa ci riserva il futuro!

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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