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Published on Aprile 27th, 2015 | by Angelo Vargiu

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Salute e psiche: il ruolo della musica rilassante

Se volessimo tornare indietro, all’origine dei tempi, sicuramente scopriremmo qualcosa di molto curioso riguardo la musica che ancora non conosciamo, perchè essa è un mondo da scoprire ogni volta. Non è nulla di statico, è un movimento continuo, un’emozione, è una portante dei giorni che si vivono. La musica -diceva Aristotele- non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poichè può servire per l’educazione, per procurare la catarsi e in terzo luogo per la ricreazione, il sollievo e il riposo dallo sforzo. La musica è polifunzionale oltre che versatile, sempre attuale e persino terapeutica. Attraverso la musica sono passate intere generazioni di scuse, perdoni, dichiarazioni d’amore, sofferenze e messaggi finanche politici; sulla base di sette note e pochi giri armonici sono nate storie importanti e sono scese valli di lacrime così come un ritornello farà sempre da colonna sonora alla vita.

Ma quanti usano la musica rilassante come terapia? La musicoterapia, ad esempio, intesa come metodologia di intervento per un lavoro pedagogico o psicologico, permette di comunicare (con l’aiuto di un terapeuta qualificato) attraverso l’ utilizzo del suono, la stimolazione multisensoriale emozionale e cognitiva, aiuta a riabilitare un determinato tipo di soggetto al fine di ottenere un migliore equilibrio e armonia psico-fisica.

Musicoterapia e benefici fisici. Tra tante brutte patologie nel complesso arco medico “insorge” il morbo di Alzheimer. Nel 2001 l’America Accademy of Neurology ha indicato la musicoterapia come una tecnica per migliorare le attività funzionali e ridurre i disturbi del comportamento nel paziente affetto dalla malattia. Così come sono sempre più numerosi gli studi che attestano l’utilità della musicoterapia con gli anziani, soprattutto se vivono l’ultima parte della loro vita in istituto. “Le pagine della nostra vita” (emozionante film del 2004 tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks) raccontava proprio la vita di un’anziana affetta da demenza senile all’interno di una casa di cura, dove il suo uomo cercava di aiutarla a ricordare la gioventù attraverso la lettura di un diario di vita poichè l’anziana donna non riusciva a ricordare nulla di sé tranne un preludio di Chopin che lei stessa suonava a memoria al pianoforte. Stupefacenti sono poi i risultati dell’uso sperimentale della musicoterapia nella riabilitazione degli afasici, (pazienti che a seguito di una lesione cerebrale, causata da trauma cranico, ischemia, ictus, emorragia o tumore, manifestano dei disturbi nell’espressione e nella comprensione del linguaggio parlato o scritto).
I benefici della musica in pre e post gravidanza. Sono ormai numerose le esperienze di musicoterapia che confermano l’utilità di affiancare attività sonoro-musicali ai tradizionali corsi di preparazione al parto. E’ risaputo che la musica può aiutare la gestante a rilassarsi, a contenere l’ansia e a raggiungere uno stato di generale benessere psicofisico.

Alcuni interessanti test sviluppati sui neonati (sottoposti ad elettroencefalogramma) hanno dimostrato che i bambini esposti a specifici suoni durante la fase fetale ne conservano un ricordo inconsapevole appena dopo la nascita. Addirittura uno studio univeristario di Helsinki ha dimostrato che i suoni percepiti dal feto nell’utero (i feti sono in grado di percepire i suoni esterni già a partire dalla 27ma settimana di gestazione) possono influenzare lo sviluppo del cervello e di conseguenza lo sviluppo delle capacità linguistiche dopo la nascita. Studi, che potrebbero aiutare a elaborare nuove terapie riguardo il deficit di linguaggio, come ad esempio la dislessia.
Musica sana in corpo sano. Se la locuzione latina Mens sana in corpore sano/mente sana in corpo sano asserita da Giovenale, secondo cui erano solo due i beni per cui valeva la pena invocare gli dèi (la salute della mente e quella del corpo) è alla base della disciplina Yoga, l’efficacia terapeutica della musica sull’anima e quindi sul corpo è tema di dibattito tra mondo scientifico e mondo spirituale.

Ad oggi infatti, l’ayurveda -che è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall’antichità e si basa sulla profonda conoscenza del corpo e della sua relazione con la mente e con lo spirito- è ben integrata nel sistema sanitario nazionale indiano ed è usato come tecnica di terapie complementari in America. La conoscenza è alla base del sapere. Esistono molti siti che parlano di medicine alternative, tecniche ayurvediche et similia ma pochi fanno di questa “disciplina” un mantra, è doveroso quindi acculturarsi sul genere per non incappare in falsi miti e luoghi comuni; l’ayurveda per l’appunto, come ampiamente specificato su Shankara.it ha una filologia ricca e concettuata, come ad esempio l’uso di uno specifico tipo di musica per alcune tecniche rilassanti -tipo massaggi- proposto proprio come “coadiuvante” alla terapia stessa: è la musica Ayurvedica. I benefici della musica rilassante sono molteplici, essa influisce sul battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, il livello di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress, e le endorfine.

Infine, l’ascolto di musica può aiutare il cervello, migliorando la capacità di apprendimento e la memoria, ciò è conosciuto come “Effetto Mozart”.

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