Published on Giugno 30th, 2013 | by Antonio Tortolano

Megamusic intervista Sofia

Radio Lady Gaga è il titolo dell’Ep e del nuovo singolo di Francesca Xefteris, per tutti Sofia. Gli amanti di X Factor la ricorderanno nell’edizione 2009 dove rimase in evidenza per nove settimane. Dopo il programma, la cantante romana è tornata a atmosfere più intime e raccolte, dedicandosi alla scrittura di brani e alla ricerca musicale. Sofia che è quindi cantautrice e compositrice è legata all’etichetta indipendente Sunnybit con cui ha dato vita a Radio Lady Gaga. L’artista capitolina, che ha trascorso i suoi primi anni di vita a Londra, ci ha rilasciato questa intervista.

Sofia, come è nata l’idea di chiamare un Ep e uno dei brani “Radio Lady Gaga”?

L’idea è venuta in modo naturale perché già nei primissimi provini cantavo sui ritornelli le parole “radio” e “Lady Gaga” in un improbabile finto inglese! Poi, costruendo la storia della canzone, mi sono accorta che oltre ad essere un personaggio con la “p” maiuscola, Gaga ha un nome maledettamente musicale e così ho deciso di tenere queste parole anche nella versione definitiva. Frank Head ha scritto materialmente il testo: ci siamo visti per giorni e giorni per fare in modo che la storia scivolasse e non è stato per niente facile costruire la canzone con dei vincoli così forti sulla metrica e sul suono delle parole. Abbiamo fatto tante ricerche, intavolato discussioni di ogni tipo, dalle teorie del complotto degli internauti alle notizie di cronaca, fino ad arrivare alle varie reminiscenze dei film e della letteratura che amiamo di più per poter tirare fuori “Radio Lady Gaga”: è stata la canzone che forse ci ha impegnato di più rispetto alle altre, almeno per i contenuti che apparentemente sembrano semplici. Alla fine “Radio Lady Gaga” è diventata la mia canzone preferita all’interno di questo Ep e mi è sembrato quasi doveroso intitolarlo così.

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Nell’album c’è una contaminazione di generi, a quale ti senti più vicina?

A me la musica piace tutta quanta: ho un amore infinito per l’Inghilterra ma tengo molto anche alla lingua italiana e nell’Ep ho cercato di mettere tutto quello che ascolto da una vita. E non c’è nulla di calcolato. Ho solo voglia di raccontare e di divertirmi. Se dovessi dirti a quale genere mi sento più vicina in questo momento non lo so, perché per come sono fatta… Chissà, potrei anche cambiare idea…

A quattro anni dalla tua partecipazione a X Factor, che ricordo hai di quella esperienza e cosa ne pensi del sempre maggior numero di talent show in Italia e non solo?

Il ricordo più bello che ho della mia edizione di X Factor è proprio quelo delle persone che ne hanno fatto parte: avevamo legato tutti così tanto che ogni volta che c’era da eliminare un concorrente c’era la disperazione vera di tutto il loft. Certo, il talent ha le sue regole, che spesso mi sembravano eccessive ma mi sono servite per diventare più forte caratterialmente. Forse oggi ci andrei con una consapevolezza diversa. Ci andrei più leggera, ecco. in ogni caso penso che di base sia un bel programma per farsi notare, ma bisogna stare attenti, il talent bisogna prenderlo per quello che è: una grande opportunità, ma non vorrei mai che diventasse l’UNICA strada percorribile per la musica.

La scelta di tornare ad atmosfere più intime e raccolte, è stata dettata anche dalle difficoltà che ci sono nel mercato discografico?

Quando hai pochi mezzi è più facile essere sinceri e che salti fuori il tuo vero io e quello che veramente vuoi dire: è tutto fatto per amore della musica e basta. Tutto diventa più semplice, non ci sono compromessi e c’è un ritorno a quella fase in cui tutto è una scoperta. e questo perché la testa si svuota e non ti aspetti nulla. Ed è proprio quando non ti aspetti nulla che tutto ti arriva e ti sorprende.

Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso?

Domanda difficilissima! Posso dirti che sono sempre stata una grandissima ascoltatrice: dal grunge di Seattle agli Smashing Pumpkins, Beck, Jeff Buckley, i Blur.  Mi sono emozionata tante volte per “Ok Computer” dei Radiohead. i miei miti femminili sono sempre stati Suzanne Vega, Shirley Manson dei Garbage, Skin e Joni Mitchell. Ancora adesso compro tanti dischi e mi lascio letteralmente trasportare da tutto quello che ascolto. E penso che non smetterò mai di farlo.

Cosa ne pensi delle major discografiche e delle etichette indipendenti?

Cercano di fare il loro lavoro come meglio possono: non è un mistero che la crisi abbia investito anche il mondo dello spettacolo e penso che tutto questo nascere di talent show ad esempio, sia per le etichette un modo per facilitare la comunicazione e la promozione di un artista. A volte escono fuori delle cose molto belle, altre volte no. Quello che mi preoccupa di più è il fatto che oggi spesso si ragioni più per singoli che per album: una volta ci volevano almeno tre album per inquadrare un artista e per permettergli di crescere. Oggi, se si sbaglia il primo singolo, può succedere che si decreti l’inizio o la fine della carriera di un emergente.

Il tuo cognome in greco indica una persona perspicace e brillante. Sono anche i tratti del tuo carattere?

Brillante e perspicace? Diciamo che ho un buon istinto e non ho paura di dire quello che penso.

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Quale riscontro stai ottenendo dal pubblico? E’ quello che ti seguiva a X Factor o noti qualcosa di diverso?

Questo Ep è più un biglietto da visita: sto ancora annusando l’aria che tira, ma sono felice perché chi ha sentito il progetto fino ad adesso è rimasto abbastanza sorpreso ed era esattamente questo l’effetto che volevo ottenere.

Progetti per questa estate?

Ho messo su un gruppo e penso che passerò parecchio tempo in sala prove perché non vedo l’ora di poter suonare dal vivo a partire da questo autunno. Nel 2014 ci sarà anche l’album, quindi devo assolutamente rimboccarmi le maniche!

Suoni pianoforte, chitarra e basso. Canti, scrivi, componi. Ci sarà ancora tutto questo nel tuo futuro o farai una scelta precisa?

Questa scelta credo di averla già fatta: non riesco a vedermi senza uno strumento o senza un registratore a portata di mano, non sarebbe da me!

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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