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Published on Maggio 21st, 2015 | by Antonio Tortolano

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Sogno e Son Fesso: Megamusic intervista Sabba e gli Incensurabili

Sogno e Son Fesso è il secondo album di Sabba e gli Incensurabili, band partenopea formatasi nel 2010. Il disco racchiude in sole dieci canzoni il diritto alla speranza di una generazione rinnegata dalle sue stesse radici che, dopo vent’anni di silenzio, si ritrova a sostenere il peso di una storia a cui non sente di appartenere. Il gruppo ha un grande obiettivo: l’utilizzo della musica come mezzo di denuncia.

Sabba e gli Incensurabili sono: Sabba ovvero Salvatore Lampitelli: voce, chitarra, kazoo, storie. Gli Incensurabili: Luca Costanzo, basso e backing vocals. Alessandro Grossi, sax, flauto traverso, chitarra, tastiere, armonica, programmazione.Alessandro Mormile, lead guitar e backing vocals. Andrea De Fazio: batteria, percussioni.

Sogno e Son Fesso può essere riassunto nella frase “via dall’idea che non meritiamo di più” che troviamo nella canzone “Per Resistere” (singolo attualmente in rotazione radiofonica) perché si propone di dare, di trasmettere a chi ascolta un motivo per andare avanti oltre le proprie battaglie quotidiane. A modo loro, Sabba e Gli Incensurabili hanno scelto di resistere con la Musica.

Sogno e son fesso”, che bilancio sentite di tracciare finora?

Il disco è stato per noi un secondo lavoro decisamente più maturo e sofferto, per tempo, energia e investimento economico. Ovviamente il bilancio è positivo, nella misura in cui, in un periodo così difficile per la discografia che non proviene dalla tv, a quattro mesi dall’uscita del disco, si continuano a vendere dischi ai concerti. La cosa in realtà veramente importante per noi è continuare a suonare in giro. Il disco è un biglietto da visita.

Un album di ribellione con tematiche decisamente attuali. Come nasce questo lavoro discografico?

L’album è solo l’attuazione dell’idea “Sabba e Gli Incensurabili”: canzoni che evocano un senso di rivalsa con un sorriso smorzato e fiero su melodie orecchiabili e spesso e volentieri propense e predisposte al movimento del Lato B.

A quale dei dieci pezzi dell’album vi sentite più legati e perché?

La nostra canzone preferita è “Per Resistere” per una serie sconfinata di motivi. Nacque nel periodo di stop dopo un tour di 150 date in un anno e mezzo. Eravamo chiusi in sala per le pre-produzioni del nuovo disco e l’idea “Per Resistere” venne fuori veramente spontanea. Fu un periodo difficile, si passava dal suonare tutti i weekend alla reclusione per scattare una nuova fotografia dello stato di maturità del progetto Sabba e Gli Incensurabili. Nel verso “via dall’idea che noi non meritiamo di più” è racchiuso forse tutto il senso del disco.

In “Non mi fotti più”, c’è un omaggio a Rino Gaetano.È uno degli artisti a cui vi ispirate per i vostri testi?

Sicuramente tra i nostri riferimenti ci sono autori come Bennato, Jannacci, Buscaglione, Tenco, Daniele Silvestri e, assolutamente, anche Rino Gaetano. Ma questi sono solo alcuni dei primi riferimenti che mi vengono in mente. In verità nei nostri dischi molti amici hanno notato anche echi di Caparezza, Elio e Le Storie Tese e chi più ne ha più ne metta. Per noi è solo un piacere che siano così individuabili i nostri riferimenti. Di questi ultimi, siamo molto fieri. Non ci risparmiamo citazioni e non troviamo nulla di sbagliato nel mischiare i nostri riferimenti musicali in un solo brano, anzi è il nostro obiettivo: mettere dentro ciò che più ci influenza liberamente, alla nostra maniera. Il risultato sarà il nostro gusto nel rielaborare i riferimenti in base alle nostre idee musicali e scelte tematiche.

 A proposito, quali sono le altre vostre influenze artistiche?

Musicalmente c’è sicuramente molto blues, rythm’n’blues, c’è la Musica Italiana in generale, non solo i grandi cantautori del passato e poi ci sono tantissimi altri riferimenti che potrebbero non finir mai. La band è nata dall’idea di unire più background musicali, quindi andiamo dal folk all’hard rock, passando per il blues e la canzone italiana. Mischiamo e rispettiamo lo stile e la personalità di ogni passato musicale. È questo il bello.

Qual è il rapporto con il vostro pubblico e quanto è importante per voi la gente che vi segue?

Importantissimo. Il nostro è un progetto socio-musicale, per noi un esperimento vero e proprio. È l’idea di comunicare con libertà, in maniera non censurabile, e di poter arrivare anche a chi non la pensa come te ma legge nei tuoi occhi la rabbia di chi non vuole abbassare la testa. Per fortuna abbiamo costruito una rete di amici, più che fan, con i quali abbiamo sviluppato un rapporto che va al di là del concerto stesso. Ci piace approfondire e conoscere bene le persone che si avvicinano a noi e alla nostra musica. E se non faremo mai grandi numeri, semmai nulla dovesse cambiare, a noi basterà sapere che chi ci segue comprenda, magari condivida, apprezzi, il nostro modo di fare musica e comunicare.

Major ed etichette indipendenti. Cosa ne pensate dell’attuale momento dell’industria discografica?

Lo scenario è precario da molti anni. È sotto gli occhi di tutti che non ci sia grande slancio, non c’è coraggio, voglia di investire. È ovvio che, imprenditorialmente parlando, se hai un artista in tv e in promozione gratuita per sei mesi tutti i giorni, una volta che finisce il talent hai già fatto la metà del lavoro. Con un pubblico già istruito, con un lavoro dimezzato perché andare a cercare talenti nei club? Ecco, non c’è coraggio, non c’è possibilità di rischiare, non ci sono soldi e di conseguenza tutto si svilisce e rischia di tendere alla mediocrità.

Dei talent show cosa ne pensate?

Quest’anno con l’ingresso dei nostri amici The Kolors ad Amici siamo stati felici di vedere qualcosa di diverso rispetto alle solite cose. Siamo sempre stati tendenzialmente avversi ai talent, è ovvio che condividiamo però la scelta di chi come loro ha voluto tentare il tutto per tutto dopo anni di concerti ad altissimi livelli, perché alla fine ciò che serve a una band è farsi conoscere, ampliare il proprio pubblico, far arrivare la propria musica a quanta più gente possibile. Il contesto, in qualche caso, può essere relativo, secondario, trascurabile.

Un artista o una band italiana che vi piace particolarmente?

Avion Travel, Daniele Silvestri, Caparezza, Capossela, Elio e Le Storie Tese, i primi nomi che ci vengono in mente.

Progetti futuri?

Suonare, suonare e ovviamente suonare!

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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