Published on Marzo 18th, 2014 | by Antonio Tortolano

“Napoli era ora”: Megamusic intervista Claudio e Diana

Napoli era ora è il nuovo album di Claudio e Diana, coppia sia nella vita che a livello artistico che da 25 anni porta in giro per l’Italia un genere come il classico napoletano, spesso bistrattato ma dalle grandi suggestioni ed emozioni. In Napoli era ora ci sono collaborazioni importanti come quelle con Tony Esposito, Joe Amoruso e Aldo Vigorito, artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni. Ma Napoli era ora è anche uno spettacolo teatrale che Claudio e Diana stanno portando in giro per l’Italia con grande entusiasmo. La coppia salernitana è testimonial del progetto Qual è la terra del tuo cuore. Claudio e Diana hanno invitato il popolo della rete a fotografarsi con la mano sul cuore in difesa di una Terra o di una causa e ne è venuto fuori un manifesto di amore e libertà con tante adesioni da ogni parte del mondo, di volti comuni e noti. Tra questi il campione paraolimpico Fabrizio Macchi e Fabio Merlino, figlio del sottotenente Filippo ucciso nella strage di Nassirya.

Claudio e Diana, siete in tour con “Napoli era, ora”. Quale riscontro state avendo da questo spettacolo e quali le emozioni più grandi?

Napoli era ora” è un progetto nato da poco, ma che in così poco tempo siamo riusciti già a proporre in varie location, potendo così riscontrare che le persone apprezzano soprattutto il fatto che non portiamo in scena il solito stereotipo di Napoli, fatto di pizza, tarantelle e mandolino, ma che cerchiamo di accompagnare chi ci ascolta con noi, in un viaggio in quella che è la vera Napoli, quella della tradizione e della cultura. Per presentare alcuni dei brani più rappresentativi, ci siamo affidati a grandi personaggi come De Filippo, che apre lo spettacolo, Troisi, Totò, Anna Magnani che presenta ‘O surdato nnammurato, che proponiamo nella sua versione originale, lenta, con chitarra e violino e una chicca, che riscuote sempre un grande applauso, è la presenza di Dalla, che in un’intervista dice cose di Napoli da far rabbrividire. Le emozioni più grandi sono quelle di essere riusciti a portare in scena quella che, secondo noi, è Napoli una città che custodisce un patrimonio artistico e culturale inestimabile, troppo spesso bistrattato e ridicolizzato e spesso, purtroppo, da chi dice di amarla.

Napoli era ora è anche un cd che ha visto la partecipazione di importanti guest. Come nasce questo progetto?

Abbiamo pensato di creare un filo conduttore che leghi lo spettacolo al cd e dunque abbiamo conservato lo stesso titolo. La storia della sua realizzazione è partita un pò all’incontrario, nel senso che, solitamente, nasce un cd e parallelamente i relativi video. Nel nostro caso, è nato prima un video, che abbiamo realizzato con la partecipazione di Tony Esposito che ha colorato “Canzone appassiunata” con le sue magiche percussioni. Avevamo avuto già la fortuna di collaborare con grandissimi musicisti, e dunque è nata l’idea di invitarli come ospiti d’onore nel Cd che avevamo sempre pensato di realizzare. C’è stato così un secondo video sulle note di “Tammurriata nera” cui hanno partecipato tutti i musicisti e un terzo legato al progetto “Qual è la Terra del tuo cuore? “. L’idea è sempre stata quella di incidere i brani con arrangiamenti eleganti, moderni, ma rispettosi di quella che è la vera natura di questi autentici capolavori, senza stravolgerli. Inoltre, ci piace sottolineare il fatto che per i musicisti non sono state scritte parti, ma in studio, ognuno ha registrato mettendo in musica l’ispirazione del momento.

Renzo Arbore pochi giorni fa parlava della necessità del recupero di alcuni strumenti come il mandolino. Secondo voi perchè un genere come il classico napoletano è stato messo un po’ da parte?

Il mandolino è un antico e nobilissimo strumento, usato nelle più grandi orchestre ed anch’esso, ahimè, finito tra i tanti stereotipi, che inevitabilmente tendono poi a farne perdere il vero valore. Il classico napoletano, crediamo, non abbia mai perso l’amore che raccoglie in ogni parte del mondo. Il problema, se così vogliamo considerarlo, è che nel classico napoletano si fanno rientrare anche repertori musicali che nulla hanno a che fare e si creano contaminazioni che sminuiscono la bellezza e soprattutto, la purezza di questo repertorio che quando viene proposto nella sua autentica natura non può che conquistare il pubblico.

Le serenate. Riuscite ad avvertire ancora uno spirito romantico e puro quando siete a contatto con le persone in quei momenti?

La serenata è un mondo a parte, forse il momento musicale che più ti coinvolge, regalando ogni volta emozioni sempre nuove. Ciò che ci colpisce di più è scoprire che il romanticismo c’è ancora, che c’è ancora chi pensa a come lanciare al meglio il proprio messaggio d’amore e proprio per questo le serenate non sono mai uguali: ne abbiamo fatte in riva al mare, o per chiedere l’amata in sposa, una indimenticabile a Piazza di Spagna su una gradinata stracolma di persone, ma anche serenate intimissime, solo per lui e lei ed ogni volta ci lasciamo coinvolgere dall’emozione di chi la riceve.

Dal progetto Qual è la terra del tuo cuore si evince un forte senso di appartenenza e rispetto. Raccontateci come è nato tutto

 Questo è indubbiamente un periodo non proprio felice per il nostro Pianeta, maltrattato da abusivismi, cementificazione e inquinamenti di ogni genere. Spinti da questa urgenza, abbiamo pensato di lanciare questo evento sul web: abbiamo invitato il popolo della rete a fotografarsi per noi con la mano sul cuore in difesa di una Terra e ne è venuto fuori un manifesto di amore e libertà, che ci ha lasciato felicemente sorpresi dal fatto che alcuni, hanno deciso di sposare cause non prettamente legate alla Terra, come l’omofobia, l’abbandono degli animali, le discriminazioni verso le disabilità ecc. Le adesioni sono giunte da ogni parte del mondo a dimostrazione del fatto che la voglia di tenersi ben stretta la nostra Terra, i nostri diritti, la nostra dignità, è un’esigenza trasversale. Il brano è Terra mia di Pino Daniele e al piano abbiamo avuto l’onore di avere il grande Joe Amoruso, storico pianista di Piano Daniele, che ne ha fatto una versione davvero unica.

Qual è il vostro rapporto con il pubblico?

Noi abbiamo iniziato la nostra carriera con il classico Pianobar, quindi ci siedevamo agli strumenti e spesso, un po’ lontani dal pubblico, eseguivamo il nostro repertorio. Da una quindicina di anni circa, ci siamo letteralmente innamorati del classico napoletano ed abbiamo iniziato a proporre la Posteggia, che eseguiamo in acustico, in maniera itinerante, e nel caso di una cena, avvicinandoci ai tavoli e dedicando alcuni dei brani più rappresentativi. Da allora ci siamo avvicinati sempre più alle persone ed è bello vederli emozionarsi e sapere subito, a caldo, i loro commenti, le richieste, insomma il rapporto è molto più simbiotico.

In 25 anni di carriera il momento più bello e intenso a livello artistico?

 In questi 25 anni siamo stati molto fortunati e scegliere un unico momento è davvero difficile. Ci teniamo a precisare che non abbiamo avuto agenti, né impresari, ma tutto ciò che è stato il nostro percorso è accaduto per la nostra tenacia, la nostra voglia di vivere di musica e di farne il centro della nostra vita. Sicuramente gli incontri artistici sono quelli che lasciano più il segno, perché collaborare con altri musicisti è sempre un’esperienza che arricchisce e noi abbiamo avuto la possibilità di collaborare con tantissimi colleghi di grandissimo spessore artistico, come Tony Esposito e Joe Amoruso, conosciuti dal grande pubblico, ma anche colleghi che ci hanno accompagnato e ci accompagnano nelle nostre esibizioni, come il Maestro Angelo Cerrato, pianista e violinista, che è con noi nello spettacolo “Napoli era,ora” e il nostro fidatissimo, fedelissimo, valentissimo Massimiliano Essolito, mandolinista che con noi condivide la maggior parte del cammino. Da qualche anno abbiamo iniziato a portare il nostro repertorio anche in ospitate televisive che ci hanno indubbiamente lasciato grandi emozioni: la prima volta da Maurizio Costanzo, è stata di sicuro una di quelle cose non dimentichi, piuttosto che realizzare un servizio con Pino Strabioli, grande professionista, persona con un’ immensa cultura, che abbiamo sempre guardato in tv con ammirazione. Ma anche essere all’ Edicola di Fiorello, avere il privilegio di un servizio di Vincenzo Mollica, insomma davvero tante le esperienze che portiamo nel nostro cuore.

La vostra ricetta per rilanciare una città come Napoli e il suo territorio visto l’enorme patrimonio artistico.

Sarebbe bello se avessimo una ricetta per rilanciare Napoli. Noi siamo salernitani, ma amiamo immensamente questa città, che, indubbiamente, non raccoglie il prestigio che meriterebbe. Forse il primo passo potrebbe venire da quei napoletani che non capiscono fino in fondo il patrimonio che hanno la fortuna di vivere e smettere di rappresentare il popolo dei napoletani solo come “simpatici” e caciaroni a tutti i costi potrebbe essere un altro bel passo. Napoli è una meravigliosa città, ricca di cultura e di monumenti preziosissimi: rispettarla noi per primi, è l’unico modo per far sì che anche gli altri la rispettino.

Quali sono gli artisti campani a cui vi sentite maggiormente legati?

La Campania ha regalato e regala Artisti che hanno un talento davvero immenso, anche qui scegliere è una bella lotta. Attori, musicisti, cantanti, eccellenze ce ne sono davvero tante, ma forse per la nostra storia musicale, di sicuro il legame è molto forte con Pino Daniele e la sua storica band che hanno segnato davvero un ‘epoca, musicisti irraggiungibili di cui eravamo fans e continuiamo ad esserlo avendo il privilegio di suonarci insieme.

I vostri progetti futuri?

Questi primi 25 anni sono volati a parte per l’amore che abbiamo per il nostro lavoro, anche perché abbiamo un cassetto molto grande, in cui c’è sempre un sogno da portare avanti e da realizzare. Nel futuro immediato c’è lo spettacolo che dovrebbe (il dovrebbe è d’obbligo per un fatto scaramantico) approdare in terra straniera, la promozione del cd e del video, che ci sta davvero regalando grandissime gratificazioni e il pensiero sempre rivolto a nuove collaborazioni musicali per aggiungere una “perla” in più alla nostra collana musicale.

 

 

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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