interviste

Published on Agosto 2nd, 2014 | by Antonio Tortolano

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Megamusic intervista Silversnake Michelle

La protagonista dell’intervista odierna su Megamusic è Silversnake Michelle, all’anagrafe Micaela Battista. Torinese, parliamo di un’artista  che ha sempre avuto la creatività nel suo Dna. Il teatro è stata la sua prima passione. Numerosi gli spettacoli a cui a partecipato sia drammatici che brillanti. Per lei anche diverse esperienze in cortometraggi. Poi la svolta musicale dopo una laurea in Giurispudenza e l’abilitazione da avvocato. Micaela studia prima come voce soprano e poi canto moderno. Nasce quindi il personaggio di Silversnake, che rivive il rock anni 80 con influenze gotiche-celtiche. Micaela è autrice e interprete dei suoi brani. Le abbiamo rivolto alcune domande sul suo percorso artistico e non solo…

Micaela, come nasce Silversnake come nome d’arte? E quale significato dai?

Silversnake nasce in origine come personaggio di burlesque.
Volevo dare un nome differente e originale utilizzando l’animale che preferisco (il serpente) e con un senso ben preciso.
Voleva essere un connubio tra sensualità, simbolo di rinascita e immortalità in contrasto con il significato attribuito dalla nostra cultura: il peccato e la tentazione.
Un animale freddo, solitario, che basta a se stesso.
Un animale che, pur avendo moltissime limitazioni fisiche (non ha arti, è sordo, e in molti casi cieco), ha sviluppato altri sensi e si è adattato anche ad ambienti difficili; come se ci insegnasse che i limiti non esistono, sono solo quelli che crea la nostra mente.
Silver rappresenta la giusta via, l’incontro tra il bianco e il nero, e significa Equilibrio.

Sei da sempre appassionata di arte, iniziando con la recitazione e il teatro. Ci racconti come è iniziato il tuo percorso?

Da quando ero piccola, sono sempre stata attratta da musica e teatro. Mia mamma per il mio 16° compleanno mi regalò il mio primo corso di recitazione.
Da lì è poi decollata la passione per il teatro e ho proseguito per una decina d’anni.
Nel 2004 mi sono poi trasferita a Milano e dopo aver ottenuto l’abilitazione ad esercitare la professione di avvocato ho lasciato per un po’ il mondo dell’arte. Ma la vita di studio non faceva proprio per me e cominciavo a sentire sempre di più il peso di scelte condizionate.
Nel 2007 è nato mio figlio e sono rimasta senza lavoro. Questa è stata una grande occasione per me, che mi ha fatto capire cosa realmente volevo fare nella mia vita.
Ho cominciato a studiare canto presso i Cori civici di Milano e nel frattempo sbirciavo e intraprendevo altre forme d’arte come il burlesque, la danza e le arti circensi. Delineavo quindi sempre più cosa mi piaceva e cosa no.
Lasciai le esperienze corali, cominciai a fare cover di brani rock e ad appassionarmi alla musica, non più soltanto come ascoltatrice, ma come cantante.

Sei autrice dei tuoi pezzi. E’ iniziato da un po’ per te un nuovo percorso. Come è avvenuto questo passaggio?

Diciamo che cantare in una cover band mi piaceva, ma lasciava una sensazione di qualcosa di tronco, di non finito.
Un giorno mi ricordai una cosa, che fin da bimbi io e mio fratello giocavamo con la musica e inventavamo melodie. Per scherzo, due anni fa, ne ripresi una risalente al 1987 e la riscoprii. Quindi su una melodia semplice e infantile, abbinai un testo adulto e sofferto che sfocia in un suicidio simbolico. Questo portò nel 2012 alla nascita del brano “Silversnake”.
Da lì in avanti, ho iniziato il mio percorso come cantautrice, aiutata da musicisti che hanno creduto fortemente in me, come Dario Arena e Daniele Marchetti, che mi hanno aiutato negli arrangiamenti dei brani e ho realizzato così il mio concept album “So in my mind…” .

Qual è il tuo rapporto con il pubblico? Che riscontro hai?

Il pubblico lo considero come quella parte di Universo che riceve i regali dell’arte.
Ad un concerto non è fondamentale avere un numero elevato di persone, ne basta anche solo una che apprezzi in modo sincero e passionale quello che tu stai regalando al mondo.
Si crea quella vibrazione vera, che mette in contatto con Dio, l’artista e lo spettatore attraverso canali differenti.
Devo dire che ho un buon riscontro: i brani sono melodicamente semplici e orecchiabili e i testi parlano di me e delle “oscurità”dell’animo umano; io credo che il riscontro sia dato non dalla perfezione della forma artistica quanto dalla Verità.
Se sei te stessa, il pubblico ti amerà per quello che sei. E la perfetta imperfezione, che fa innamorare l’essere umano.

Rock e gusto gotico/celtico. Quali artisti hanno influenzato la tua crescita nel settore?

Se dovessi citare tutti gli artisti che mi ispirano e dai cui prendo spunto non finirei più …cito solo i principali che hanno influenzato il primo album.
Principalmente Red Hot Chili Peppers, Cranberries e Nirvana. Mi piace molto il Metal, Gothic metal e il folk metal/folk rock, Iron Maiden, Vision of Atlantis, Sabaton, Eluveitie e Triddana, Hevia, Mägo de Oz.
Per la musica celtica cito Alan Stivell, The Chieftains. Per quella italiana, sicuramente la PFM.
Sul secondo album le influenze sono differenti e spaziano molto di più su vari generi, prendendo anche spunti più latini e jazz.

Cosa significa essere artista nell’epoca dei social network? Qual è il tuo rapporto con loro?

Credo che l’essere artista prescinda dall’epoca. E’ una condizione del Sé, senza tempo e senza luogo.
Vivere in quest’epoca cambia solo la modalità di diffusione della propria arte e non l’arte in sé.
Il social network è un mezzo interessante di diffusione; dà molto spazio per autopromuoversi e lascia che sia il pubblico a decidere e scegliere quale tipo di musica preferisce.
Questo processo che facilita la promozione di artisti emergenti però a volte è incontrollato e non sempre ha un criterio per far sì che emerga musica di qualità, ma spesso si basa su apparenza e fictio. Ma questo fa parte del gioco e io son convinta che la fictio, non essendo arte e non avendo contenuti, è effimera e sfuma in fretta lasciando spazio al vero.

 Cosa ne pensi della crisi dell’industria discografica. Meglio le major o le etichette indipendenti?

Distinguerei la crisi del mercato discografico, dalla crisi della Musica. Anche se la prima causa la seconda e viceversa…Insomma un circolo vizioso.
La crisi del mercato discografico è dettata in primis da un cambiamento dei mezzi di diffusione musicale. Con l’avvento del web e dei social, la distribuzione è diversa. Ci si avvale molto meno di supporti materiali come il cd e si tende a scaricare la musica da internet talvolta anche attraverso canali non legali.
Inoltre la selezione musicale oggi avviene anche attraverso i talent show, per cui le etichette hanno anche un ruolo diverso; non saprei dire se meglio le Major o le indipendenti, non essendomi mai rapportata a loro.
La crisi della Musica rispecchia quella che è la nostra società, come in tutte le epoche di decadentismo artistico e culturale. E’ come se non ci fosse più la voglia di essere davvero se stessi, ma solo di apparire, la voglia di diventare famosi e non la voglia della Verità dell’anima. Ma la crisi non è una cosa negativa; la crisi è un’opportunità, una saturazione di nero che esplode nella luce, qualcosa che chiude un cerchio per farci rinascere in modo diverso.

Teatro, canto, musica e una laurea in giurisprudenza. Come ti vedi tra dieci anni?

La cosa fantastica è che mi vedo in mille modi diversi. Un giorno mi immagino a fare concerti in giro per il mondo, un altro a fare la mamma a tempo pieno, un altro ancora a vivere in un agriturismo in Irlanda e poi ancora magari, a vendere gelati alle Auckland.
Non programmo nulla, il bello è proprio questo: o posso proseguire a fare la songwriter oppure tutto può prendere una piega diversa perché mi imbatterò in un sentiero secondario che mi accattiverà di più e mi permetterà di conoscere una nuova sfaccettatura di me stessa.

 Progetti futuri?

Continuare a scrivere tanto, anzi tantissimo, e fare sperimentazioni musicali.
Sperimentazioni e studi sia a livello vocale, sia a livello di arrangiamento musicale, attraverso studi etnomusicologici, provando a spaziare tra i vari generi , miscelandoli tra loro, ma mantenendo sempre il mio stile.
Stiamo chiudendo gli arrangiamenti del secondo album e saremo presto in sala di incisione.
Ho anche in programma di diffondere sempre più la mia musica direttamente al pubblico, intensificando le esibizioni live anche in una nuova versione “unplugged”.

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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