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Published on Dicembre 28th, 2014 | by Antonio Tortolano

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Megamusic intervista i Santa Margaret

Oggi vi proponiamo l’intervista ai Santa Margaret, una delle band in maggiore ascesa nell’ultimo anno. Il suono analogico cova la sua vendetta Vol. 1 è il primo ep di un gruppo capace di unire il sound tipico della canzone d’autore italiana degli Anni Sessanta al rock e blues.

Dopo aver aperto i concerti di Deep Purple e Beth Hart, i Santa Margaret sono stati  scelti come artisti del mese da MTV New Generation e sono saliti la scorsa estate sul palco del  Summer Music Festival 2014, trionfando con  Riderò. Lo stesso brano è stato selezionato per la colonna sonora e per il trailer dell’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo La band è formata da Angelica Chiatti (voce), Stefano Verderi (chitarra), Leonardo Angelicchio (tastiere), Ivo Barbieri (basso) e Marco Cucuzzella (batteria). I Santa Margaret che poche settimane fa hanno sfiorato l’ingresso a Sanremo Giovani, riprenderanno i loro live a partire da gennaio…

Gli ultimi mesi sono stati decisamente significativi per voi, a cominciare dal successo nel Coca Cola Summer Festival. Qual è il segreto dietro l’inizio della vostra ascesa artistica?

Abbiamo ancora tutto da dimostrare, però non ci siamo mai scoraggiati. Abbiamo sempre cercato di evolverci e di migliorare. Poi ci sono delle persone (meravigliose) che credono in noi e nella nostra musica e che, con noi, lavorano ogni giorno per far sì che questo progetto cresca sempre di più. Vedi la nostra etichetta, Carosello.

Il suono analogico cova la sua vendetta. Come nasce questo Ep e come mai un titolo così a effetto?

Nasce fondamentalmente perché eravamo pronti. I pezzi erano pronti e il momento era quello giusto. Il titolo è una specie di avvertimento: i tempi stanno cambiando, il cd è stato superato dalla musica liquida, ma il vinile al contempo sta tornando. Così come la voglia di cose reali, di suoni veri, caldi, naturali…Come solo una registrazione su nastro ti può dare.

Rock, blues e non solo, nella vostra musica c’è una contaminazione di generi. Sarà così anche nei prossimi lavori?

Il volume II è già pronto, ed è nato insieme al volume I.
Li abbiamo divisi solo per comodità e per avere più possibilità promozionali, essendo un gruppo emergente.
Oltre al rock ed al blues c’è anche l’inevitabile italianità, la melodia. Ci piace unire la tipica melodia italiana a suoni e armonie blues, alla fine anche Battisti era un grande bluesman, ma di lui ci ricordiamo anche melodie eterne.

Quali artisti o band hanno ispirato il vostro percorso?

Poiché il nostro sound affonda le radici nel rock blues e nella melodia e nel cantautorato italiano, è lì che stanno i nostri riferimenti. Da Luigi Tenco ai Led Zeppelin, da Mina a MuddyWaters, da Lucio Battisti ai Pink Floyd.
Ovviamente ascoltiamo anche molta musica “contemporanea”, ma i gruppi e gli artisti che ascoltiamo oggi, come ad esempio Jack White o i Black Keys, prendono a loro volta ispirazione dal blues delle origini.

 Essere nella colonna sonora e nel trailer del nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Come è nata questa possibilità?

Casualmente e spontaneamente. Aldo, Giovanni e Giacomo avevano bisogno di pezzi con un piglio rock per il trailer e ci hanno scelti dopo aver fatto ricerca. Siamo piaciuti molto e quindi ci hanno inserito anche nel film.

Dell’ industria discografica cosa ne pensate? Meglio le major o le etichette indipendenti?

Dipende dalle persone che ci lavorano, non dal tipo di etichetta. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare delle persone stupende, prima di pensare al tipo di etichetta (nel nostro caso Carosello, indipendente) alla quale stavamo andando incontro. L’industria discografica è in crisi, come molti altro settori. In molti casi si tratta di scelte aziendali…Un po’ come scegliere tra slow food e fast food.

Canzone d’autore italiana anni ’60. Torna molto nei vostri pezzi. Del cantautorato attuale cosa ne pensate?

Come tutte le cose: ci sono artisti molto interessanti ed altri molto noiosi e fermi a 40 anni fa. In quest’ultimo caso preferisco ascoltarmi gli originali. Nel primo caso invece, quando posso, vado a sentirli suonare.
Direi che i Santa Margaret, oltre a suonare, fanno due cose principalmente: andare a concerti e comprare vinili.

Un passo indietro. Aprire il concerto dei DeepPurple, emozionante vero?

Direi! Un’emozione e una responsabilità incredibili, che si sono trasformate in adrenalina pura. Uno dei pubblici migliori mai avuti, attento e colto, ma allo stesso tempo accogliente e aperto. E’ stato fantastico.

I progetti futuri dei Santa Margaret?

Il 2015 sarà un anno pieno di novità. Ma siamo diventati scaramantici e non anticipiamo nulla. Comunque aggiorniamo sito web (santamargaret.com) e social network, giornalmente.
Cominciamo anche a scaldarci dal vivo: per cominciare, a gennaio saremo a Belluno (il 9) e a Bellaria (il 17).

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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