Published on Novembre 5th, 2013 | by Antonio Tortolano
Megamusic intervista Regina
La protagonista dell’intervista odierna è Sara Calimari, per tutti Regina. L’artista toscana, voce hip hop femminile apprezzata in Italia e all’estero, ha pubblicato nel 2012 Benvenuti nel mio regno, album prodotto da TRB rec e che vanta le collaborazioni con Kristal Voice e Al Castellana. Regina nei suoi pezzi tratta di argomenti scomodi come la chiesa, il sociale, l’immagine e le problematiche della donna. Il pezzo di maggiore impatto e che rappresenta il filo conduttore dell’intero album è Ape Operaia, il cui video (che vi proponiamo) è stato interamente girato a Londra, città simbolo della rivoluzione industriale e dell’insofferenza al cosmopolitismo. Con Regina, oltre che del suo lavoro, parliamo anche dell’attuale momento della scena Hip Hop e dell’industria discografica.
L’anno scorso è uscito Benvenuti nel mio regno. Quale bilancio senti di tracciare?
Mi posso definire decisamente soddisfatta. “Benvenuti nel mio regno” è stato il mio album solista d’esordio ed oltre a vantare importanti collaborazioni, quali Al Castellana e Kristal Voice, ha ricevuto recensioni sempre positive, non solo nel panorama musicale di appartenenza.
Tratti di argomenti a volte “scomodi” in maniera molto diretta. Cosa ci dici in proposito
Ho sempre ritenuto che la musica sia in primis una forma di comunicazione e come tale debba a volte portare dei messaggi anche scomodi. Il rap soprattutto nasce proprio con questa valenza contestativa
( anche il termire rap, deriva dal verbo inglese “to rap” ovvero colpire, martellare e non solo per il ritmo, ma anche per i contenuti solitamente impegnati dei brani ).
In questi ultimi due anni c’è stato un forte ritorno della scena Hip Hop in Italia. Cosa ne pensi?
In Italia purtroppo è sempre stata e sempre sarà solo una tendenza; una moda utilizzata dal mercato discografico per incentivare un po’ le vendite.
Ovviamente ognuno degli addetti al lavoro deve cavalcare l’onda ed è contento che le acque siano nuovamente agitate!
Quale artista femminile e maschile apprezzi maggiormente in Italia, del tuo genere?
Uno dei miei artisti preferiti nel genere hip hop italiano è Killa Cali: un artista con una cultura personale straordinaria, oltre che da ottime doti canore. “Miracolo Militante” è un album che consiglio a tutti!
Ape operaia è il pezzo a cui sei maggiormente legata. Come nasce questo e quando hai deciso che saresti stata Regina?
Ape Operaia l’ho scritto in un momento di forte sconforto personale e col tempo ho verificato che purtroppo rispecchia la realtà di tante troppe persone.
Una giovane “ape operaia” che sogna di poter divenire una “regina”, crescendo con il mito di una società meritocratica e che si trova a sfidare un mondo colmo di ostacoli e delusioni in cui non c’è posto per i sogni.
L’unico modo per raggiungere la vera felicità è ricercarla nelle piccole e semplici cose quotidiane, negli affetti veri, nel calore della famiglia e dei grandi valori; solo così ci si eleva nell’animo, fino a sentirsi una vera Regina.
Quali emozioni hai provato a girare il video a Londra?
E’ stata una soddisfazione unica. Abbiamo fatto tutte le riprese in una non- stop di quattro giorni, girando Londra fino ai quartieri più limitrofi( tra cui il bellissimo Shoreditch ! ). Quelli che nessun turista comune solitamente pensa di visitare, proprio perché volevamo raccontare una Londra vera: la città della rivoluzione industriale.
E’ stato estenuante ( a volte mi chiedo dove abbia avuto la forza di girare per ore ed ore e non far trapelare la stanchezza sul set) , ma lo rifarei anche domani. Una bellissima esperienza di vita e oltre che professionale.
Fai parte di un ‘etichetta indipendente. Cosa ne pensi dell’attuale momento dell’industria discografica?
L’industria discografica è completamente al collasso. Non vendono album neppure i maggiori esponenti del pop italiano ed internazionale. Non a caso si tende a non produrre più cd fisici, ma a vendere solo in digitale; senza pensare alla qualità scadente degli editing musicali e dei videoclip prodotti anche da etichette ufficiali.
A mio avviso il futuro del mercato musicale è esclusivamente il digitale, soprattutto su canali come Spotify.
Oltre che in Italia sei stata apprezzata anche all’estero. Quali differenze noti tra il nostro Paese e quelli stranieri a livello musicale?
In Italia siamo ancora molto chiusi a livello mentale, oltre a non avere ancora figure professionali abbastanza preparate nel settore musicale ( discografici troppo anziani esperienza per captare realmente le nuove potenzialità sul mercato e troppe persone non preparate che si improvvisano fonici, produttori, dj.. ).
All’estero ho notato un rispetto maggiore per la professione musicale, un orecchio più attento per le novità ed una grande voglia di migliorare le proprie doti, di evolversi.
Ad esempio in America non vi è una divisione dei generi musicali così netta come nel nostro Paese: un rapper può benissimo cimentarsi in produzioni house, pop senza perdere la propria credibilità nel suo settore, perché appunto la musica è vista come musica e non come un subcultura come purtroppo ancora oggi la si vive nel nostro Paese. Forse tra qualche anno riusciremo a maturare anche noi ed aprirci mentalmente e musicalmente a nuove esperienze.
Qual è il tuo rapporto con il pubblico?
Mi piace avere un rapporto diretto con le persone che ascoltano la mia musica e sono molto felice di ricevere anche eventuali critiche costruttive per migliorare professionalmente.
Progetti futuri?
Sto lavorando ad un nuovo progetto con la mia etichetta che vedrà anche la mia collaborazione su produzioni house e rap in lingua inglese.
Mi piace l’idea di mettermi sempre in gioco e spero che da questo entusiasmo possa nascere un progetto interessante. Ce la metterò tutta!