interviste

Published on Gennaio 8th, 2014 | by Antonio Tortolano

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Megamusic intervista Marco Sbarbati

Il protagonista della prima intervista su Megamusic del 2014 è Marco Sbarbati. Il giovane cantautore marchigiano ha pubblicato nel mese scorso Backwards, il suo primo singolo. A credere in lui Caterina Caselli che ha avuto modo di conoscere la prima volta attraverso una video-chat su Google+. E per Marco Sbarbati è arrivato il contratto discografico con la Sugar. Ma il primo a notarlo davvero è stato il grande Lucio Dalla che si è accorto del suo talento mentre suonava in Piazza Maggiore a Bologna. Marco ha proseguito il suo percorso artistico su Youtube prima dell’incontro con la Caselli. Abbiamo rivolto alcune domande all’artista marchigiano che ovviamente ci parla anche dei due incontri più importanti della sua vita.

Marco, da un mese è on air Backwards. Soddisfatto del riscontro ottenuto finora?

Come in tutte le cose gli inizi sono sempre delicati e difficili. Non è facile emergere perché ci sono veramente tanti artisti che propongono la propria musica da tutto il mondo. Tuttavia sono soddisfatto di come stiano andando le cose, “Backwards” mi piace molto, ho ricevuto dei feedback positivi quindi non mi lamento. Ed è uscito anche il video ufficiale.

Hai avuto la fortuna di essere notato e conoscere Lucio Dalla. Quale immagine o frase ti resta dentro maggiormente di lui?

L’incontro con Lucio Dalla in Piazza Maggiore è stata una grande fortuna per me. Collaborare con lui professionalmente mi ha dato la possibilità di conoscerlo, seppur poco, anche da un punto di vista umano ed è questa la cosa bella. Lui stesso una volta mi ha detto che tutti noi abbiamo una maschera, chi lavora nel mondo dello spettacolo lo sa meglio di altri. Secondo lui suonare in strada era molto bello, ma costruire una carriera nel mondo della musica è una sfida molto più impegnativa.

L’incontro con Caterina Caselli e il contratto con la Sugar. Raccontaci come è nato tutto

Il primo contatto con Caterina Caselli è avvenuto tramite un “hangout” organizzato da Google e Sugar Music. Lo scopo era quello di mettere a contatto degli emergenti con il mondo discografico. Qualche mese dopo ho avuto la possibilità di fare un provino con la mia chitarra nell’ufficio di Caterina Caselli. Lei mi è sembrata molto interessata e contenta di ascoltare i miei pezzi. Sono uscito dal suo ufficio molto fiducioso.

 Come mai prima di incontrare Dalla non credevi fosse possibile per te scrivere in italiano?

Non ho mai pensato che non fosse possibile scrivere in italiano, più che altro, pensavo di non essere ancora pronto a farlo. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare la cosa ma non volevo sentirmi addosso pressioni esterne. Se qualcuno mi avesse detto che avrei dovuto scrivere in italiano, soltanto perché “siamo in Italia”, mi sarei innervosito. Mi sembrava una motivazione poco forte perché in radio oggigiorno si ascoltano moltissime canzoni in inglese. Lucio Dalla ha contribuito, insieme ad altri fattori, a velocizzare il percorso che mi ha portato a tentare anche con l’italiano.

Cosa ne pensi di major ed etichette indipendenti. Quali potrebbero essere gli scenari futuri?

Credo che come in tutte le cose ci siano dei pro e dei contro. Le major hanno il vantaggio di riuscire a fare molta promozione. Un’artista potrebbe avere tra le mani un album bellissimo, ma se poi non riesce a farlo arrivare al pubblico, si rischia di non avere un grande riscontro. Un riscontro, che sia negativo o positivo, serve all’ispirazione, ti dà la possibilità di vedere le cose da un punto di vista diverso. Una parte di me vede le major come delle grandi industrie interessate soprattutto al ritorno economico, il che può significare anche snaturare l’artista per ricavarne profitto. In quel caso è compito dell’artista imparare a gestire la situazione per non farsi schiacciare dagli ingranaggi della “grande macchina”. Tutto dipende da quello che un artista vuole, il mondo delle etichette indipendenti ci ha regalato dei grandi artisti, magari non saranno mai in vetta alle classifiche, ma io ritengo che la soddisfazione nel fare musica c’entri poco con questo. Nel mondo discografico paragono la Sugar alla città di Bologna, non è una metropoli ma non è nemmeno un paesino. È una via di mezzo e mi piace per questo. Ci sono artisti molto interessanti in Sugar e questo mi rende felice di farne parte. Il futuro? Bella domanda. Magari ogni artista sarà la casa discografica di se stesso.

Da musicista di strada ad artista della scuderia Caselli. Come cambia il rapporto con il pubblico?

Esibirsi in strada è molto più diretto, non ci sono mediazioni e sei “costretto” ad attirare un pubblico che non sa niente di te. Con un’etichetta alle spalle si diventa automaticamente più noti e in quel caso, le persone decidono spontaneamente di venire ai tuoi concerti. Il palco in quel caso ti divide dal pubblico ma rimane comunque la musica a fare da collante. Sono due cose diverse ma simili in certi aspetti. Nonostante io abbia firmato un contratto, mi tengo comunque in contatto con chi mi segue grazie a social network. Quando posso ritorno in Piazza ad esibirmi, magari non lo farò così spesso come facevo prima, ma non penso di smettere.

Quali artisti e generi hanno influenzato maggiormente il tuo percorso musicale?

Ho ascoltato davvero tanti generi diversi e credo che tutti abbiano influenzato la mia musica. Al momento ascolto Bon Iver, Angus and Julia Stone, David Bowie e Battiato, ma la lista è molto lunga. Mi piace la contaminazione. Nella scrittura odio essere banale, quando scrivo cose banali mi incavolo. Tutto quello che vedo mi influenza anche inconsciamente, è questo il bello. Certo è difficile fare cose nuove oggi ma vale tentare.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Nel futuro vedo un album di canzoni sia in italiano che in inglese. Per ora ho registrato cinque canzoni con Corrado Rustici in California. Backwards è il primo singolo estratto da questo EP. Vediamo come va, come ho detto sopra, siamo agli inizi ma credo nel progetto quindi sono fiducioso.

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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