interviste

Published on Novembre 28th, 2013 | by Antonio Tortolano

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Megamusic intervista Lorenzo Materazzo

Lorenzo Materazzo è il protagonista dell’intervista odierna su Megamusic. Nowhere è il nuovo album del pianista, musicologo e musicista teramano, capace di spaziare dalla musica classica a quella elettronica. Lorenzo Materazzo ha aperto due concerti italiani  dei Deep Purple ed è stato invitato per un importante evento a Monaco di Baviera da George Michael. E’ anche docente di pianoforte e informatica musicale.

Lorenzo, Nowhere è stato pubblicato da qualche settimana. Quale obiettivo ti poni con questo album?

Mi piacerebbe lavorare nel mondo delle sincronizzazioni cinematografiche, per questo sono già in contatto con diversi registi. Spero poi che il pubblico possa apprezzare un disco di musica strumentale in un momento storico come il nostro, in cui si ascolta quasi esclusivamente musica semplice e commerciale.

Unione tra musica classica ed elettronica. Come nasce questa idea?

Pur venendo dal mondo della classica sono sempre stato molto attratto dalla ricerca sonora dell’elettronica, credo siano due generi musicali molto vicini.

Delle dieci tracce, a quale ti senti più legato?

Sono indeciso tra “Le vent printanier” e “How to destroy the World”. La prima perché è il brano più carico d’ispirazione che io abbia mai scritto, la seconda perché con la sua complessità è stata una sfida con me stesso.

Hai aperto il concerto dei Deep Purple e suonato per George Michael. Quale incontro ti ha emozionato di più?

Sicuramente il primo, anche perché con i Deep Purple ho suonato ben tre volte. È stata un’esperienza fantastica, ricordo ancora lo stupore che provai di fronte alla loro umiltà: durante il soundcheck la famosa band era lì ad ascoltarci e ad applaudire…

Quali artisti hanno influenzato il tuo percorso? Come ti sei avvicinato al piano?

Suono fin da quando ero molto piccolo, le personalità che hanno segnato il mio cammino sono state moltissime. Se dovessi dirti solo due nomi sarebbero Arturo Benedetti Michelangeli e i Radiohead.

La crisi dell’industria discografica racchiude un po’ quella per l’arte in generale. Qual è il tuo pensiero?

È vero, l’arte è in crisi. Questo a mio avviso avviene per un motivo molto semplice: nel caso specifico della musica chi dovrebbe formare con la cultura le future generazioni di ascoltatori non lo fa, e non parlo degli insegnanti, ma dei mezzi di comunicazione di massa, come la televisione. In Italia puoi ascoltare un concerto in tv solo a Capodanno o a Pasqua, lo trovo scandaloso.

Sei docente da diversi anni, com’è la nuova generazione di pianisti?

Lo studente medio fa una grande fatica a concentrarsi, dico sempre che i ragazzi di oggi sono iperattivi e non riescono a stare fermi e a ragionare prima di abbassare i tasti e sbagliare. Tra i giovani pianisti ce ne sono di molto validi, si vede che chi ha insegnato negli ultimi quindici/venti anni ha saputo farlo molto bene.

Progetti futuri?

Suonare, comporre, studiare, insegnare, tutto ciò che si può fare con la musica e sicuramente un altro disco entro fine 2015. Ho tante idee e non posso lasciarmele fuggire via. Nei prossimi anni inoltre continuerò a dedicarmi alla mia attività di insegnante portando avanti lo Studio Pianistico di cui sono titolare nella mia città, Teramo.

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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