Published on Novembre 6th, 2013 | by Antonio Tortolano
Megamusic intervista gli Heretic’s Dream
Oggi Megamusic vi propone l’intervista agli Heretic’s Dream. Parliamo di Francesca Di Ventura (voce), Andrej Surace (chitarra), Carlo Nicolucci (chitarra), Maurilio Di Stefano (batteria/flauto), Jacopo Greci (basso). E’ dello scorso 15 ottobre la pubblicazione dell’album “Walk the time” (etichetta VideoRadio). Il progetto Heretic’s Dream nasce nel 2010 quando il chitarrista Andrej Surace e la cantante Francesca Di Ventura vanno a vivere in Inghilterra. Per le loro differenti influenze musicali, che vanno dalle varie forme di death metal e hardcore per Andrej al pop/goth/rock per Francesca, iniziano a scrivere musica difficilmente inquadrabile in un genere specifico e fanno di tale sound unico una caratteristica peculiare. Oltre 90 date all’attivo dal 2011 ad oggi e una continua crescita di consensi. Abbiamo rivolto agli Heretic’s Dream alcune domande sul loro mondo e sui progetti attuali e futuri.
Il 15 ottobre è uscito il vostro nuovo lavoro “Walk the time”. In queste prime settimane quale riscontro avete avuto da parte del pubblico?
A livello di performance live, già da maggio abbiamo inserito alcuni pezzi che compongono “Walk the time” e la risposta del pubblico è stata sempre molto positiva. Sull’andamento del disco, a parte alcune recensioni già uscite decisamente positive, dovremo attendere il riscontro della nostra label. Per ora l’interesse rispetto al disco è davvero notevole, sia in Italia che all’estero, grazie all’attività di alcune promotions che lavorano grandiosamente come la tedesca Rock N Growl o la brasiliana True Metal Press Management e l’Italiana Narcotica Promotions, ma sopra tutti il nostro ufficio stampa Safe&Sound.
Heretic’s Dream. Come nasce l’idea di dare questo nome alla band?
Il nome racchiude l’essenza del progetto. Il sogno è quello di convogliare diversi stili musicali anche molto distanti tra loro entro una precisa identità sonora. Ma in un mondo pieno di regole non scritte come quello metal un esperimento simile rischia di essere una eresia.
Death metal da una parte. Pop/rock/goth dall’altra. Inizia così il vostro percorso. Ad oggi qual è il genere in cui si può classificare la vostra musica?
Ci definiamo alternative metal, anche se facciamo fatica noi stessi ad etichettarci. Anche se siamo coscienti delle difficoltà che questo comporta nell’indirizzamento del prodotto sul mercato, il nostro obiettivo è di offrire un viaggio musicale non scontato, che induca curiosità tra un brano e l’altro, una strada che si chiarisce mentre la si percorre.
Quali sono le principali differenze tra il primo album “The unexpected move” e l’attuale “Walk the time”?
The unexpected move ha segnato l’arrivo della casa discografica (Videoradio) e ad esso dobbiamo comunque alcuni successi, come il tour con le Crucified Barbara o il supporto a Richie Kotzen, ma soprattutto l’averci consentito di prendere consapevolezza dei nostri limiti e degli aspetti sui quali bisognava lavorare, come la produzione. “Lesson learnt”, come si dice in UK, perciò per il disco nuovo abbiamo scelto uno studio di registrazione che potesse interpretare meglio i suoni della sezione ritmica che desideravamo, abbiamo curato gli arrangiamenti con tappeti di tastiere (“The broken silence” a parte che è un tripudio di tastiera, del bravissimo Gabriele Caselli), e le backing vocals. Di Walk the time siamo alquanto soddisfatti poichè riconosciamo in esso il sound che cercavamo e il messaggio che desideramo inviare. The unexpected move resta un esordio rispettabile, con pezzi molto interessanti ma una produzione che non li ha affatto valorizzati.
Non vi fermate all’Italia. La vostra musica è stata trasmessa anche in Inghilterra e Canada. Quali differenze notate tra il mercato nostrano e quello estero?
Direi che all’estero se incontri il gusto di una stazione radiofonica sei certo che passeranno i tuoi brani e discorso chiuso. In Italia, consentitemi di dirlo, passa tutto attraverso il certosino lavoro di intermediazione di un buon ufficio stampa, rari casi a parte. E le major radiofoniche e televisive, per quanto nominalmente se ne vantino, in realtà non danno spazio all’underground a meno che non rientri già in canoni di “successo garantito”, ossia propongano il genere del momento. Non rischia più nessuno, e di fatto la figura del talent scout, quello che una volta girava per i localetti alla ricerca del talento nascosto, oggi è affidata ad un contenitore televisivo.
Come vedete tra qualche anno l’industria discografica? Ci sarà un forte ritorno delle major o le indipendenti prenderanno il sopravvento?
Personalmente vedo la musica sempre più scambiata in rete attraverso siti appositi per musicisti che sono vere e proprie community di addetti ai lavori e non. Le distribuzioni in mano alle major comportano prodotti costosi (per alimentare tutta la catena implicata), ma avrà sempre il suo indotto grazie agli idoli del momento, che oggi in Italia mi sembra di capire siano i rappers (oltre ai partecipanti/vincitori dei vari programmi musicali).
Più di 60 concerti negli ultimi 18 mesi. Qual ì il vostro rapporto con il pubblico?
Da giugno 2011 abbiamo all’attivo 91 date. Il rapporto live con il pubblico è l’energia di qualsiasi artista. Noi usiamo il termine “show” per i nostri live perché l’intento è quello di regalare uno spettacolo completo al pubblico, coinvolgente a livello multisensoriale.
Alcune band o artisti che hanno influenzato il vostro percorso…
Farei il nome dei Dream Theater su tutti. Saimo cinque personcine molto diverse e una lista non esaustiva comprenderebbe Cynic, Epica, Red Hot Chilli Peppers, Madonna, Lacuna Coil, Testament e certamente evidenzierebbe la follia che milita nel nostro sound.
Progetti futuri?
Dopo un ottobre davvero intenso (Easyjet ringrazia), a novembre siamo a Roma, sabato 9, di supporto ai Godyva, e sabato 16 al Rock Fest in Rep Ceca. A Dicembre sabato 13 al Brancaleone di Roma per Radio Popolare Roma, martedì 17 al Locanda Blues e poi forse in un teatro con uno degli ospiti del disco. Il 2014 dovrebbe rivelarsi ricco di appuntamenti importanti, se tutto va bene.
Grazie a tutti i vostri lettori e alla Redazione di MegaMusic.it per questa opportunità.