Published on Febbraio 2nd, 2014 | by Antonio Tortolano

Megamusic intervista gli Alfabox

Alfabox è il titolo del nuovo album dell’omonima band friulana, giunta al settimo anno di attività. Il gruppo udinese ha pubblicato  questo lavoro lo scorso 21 gennaio con l’etichetta Matteite. Il disco è stato prodotto, registrato, mixato e masterizzato da Enrico Berto. Gli Alfabox sono: Gianluca Albicocco (chitarra e voce), Alessandro Dinapoli (tastiera e voce), Gianluca Liva (basso e voce), Rocco Repezza (batteria), Francesco Talotti (voce). Cinque ragazzi che hanno saputo reinventarsi e lavorare su un progetto musicale completamente nuovo rispetto ai primi due album, con testi che affrontano da vicino tutte le problematiche e le insoddisfazioni della nuova generazione.

Alfabox è il vostro terzo album. Quale riscontro vi aspettate da questo lavoro?

Abbiamo cercato di scrivere canzoni che parlassero alle ragazze e ai ragazzi che, come noi, vivono in questi anni in Italia. La nostra speranza è quella di poter far sì che anche chi abita lontano dalla nostra città, Udine, possa riconoscersi in ciò che cantiamo e pensare “beh, non sono l’unico a sentirmi così”. Se dovesse arrivare questo tipo di riscontro, per noi sarebbe una enorme soddisfazione.

Tra il 2007 e il 2011 due dischi ma tante difficoltà e cambiamenti. Come avete superato una fase così lunga e travagliata?

Nel 2011, dubbiosi e scettici sul nostro futuro come band, ci siamo seduti attorno a un tavolo e abbiamo iniziato a parlare del futuro. Cosa avremmo fatto nel momento in cui l’università sarebbe finita? Avremmo proseguito gli studi? Avremmo cercato un lavoro? Avremmo litigato con le segretarie degli uffici di collocamento? In questo contesto abbiamo preso la decisione di tradurre una buona parte delle nostre conversazioni in testi e musica. Abbiamo registrato qualche provino e lo abbiamo fatto ascoltare agli amici che, come noi, vivono con apprensione la ricerca di un lavoro e di una strada da seguire e che seguono i nostri concerti. Le loro parole e i loro incoraggiamenti ci hanno dato la forza per rituffarci in sala prove.

Negli anni quali sono stati gli artisti e le band che hanno influenzato il vostro percorso?

Domanda difficile! Ognuno di noi ascolta molta musica e ci lasciamo spesso influenzare da figure carismatiche del mondo del rock. Figure che hanno avuto un impatto sia musicale sia sociale. Uno, per esempio, è Morrissey.

Possiamo dire che Alfabox rappresenti per voi il nuovo punto di partenza?

Assolutamente sì.

A quale brano sentite di essere più legati?

Il primo brano di questo nuovo disco che abbiamo scritto si intitola “Miracolo italiano”. È stata la prima canzone che conteneva quei temi che poi abbiamo sviluppato nelle altre tracce. È la canzone che ha dato il via a tutto: il momento in cui l’abbiamo suonata per la prima volta lo ricorderemo per sempre.

Major ed etichette indipendenti. Qual è il vostro pensiero sulla crisi dell’industria discografica?

È un argomento gigantesco. Non sappiamo quale sarà l’epilogo di questa crisi che è in corso da anni. Crediamo che più passi il tempo e più si stia creando una netta divisione tra i (pochi) artisti famosi e consolidati e tutto il resto degli emergenti. Tra concorsi, talent show, televoti, crisi del supporto fisico e chiusura di club, locali, circoli e radio, noi stessi fatichiamo ad avere una visione chiara e d’insieme del problema. Solo pochi anni fa sembrava che la crisi dell’industria discografica, così come l’avevamo conosciuta, avesse aperto le porte a un gran numero di nuove e interessanti proposte. Ricordiamo con piacere gli anni delle nuove webzine, delle web radio, di Flux/QOOB e delle nuove etichette indipendenti italiane. Purtroppo oggi fatichiamo a trovare traccia di una “struttura” fatta da locali, promoter, musicisti e ascoltatori. Nel frattempo aspettiamo che il quadro si riordini, suoniamo tanto e scriviamo canzoni. Speriamo di dare, tra qualche anno, tutt’altra descrizione del panorama discografico italiano.

Qual è il vostro rapporto con il pubblico?

Stupendo. Cerchiamo da sempre di eliminare la divisione tra chi sta sopra e chi sta sotto al palco. Il nostro pubblico è numeroso, propositivo e caloroso. Molte delle attività che ruotano attorno alla band nascono anche grazie all’aiuto di chi è venuto a un nostro concerto ed è diventato nostro amico. E poi bisogna ribadire che senza il nostro pubblico, questo nuovo disco non sarebbe mai esistito.

In Friuli come è la situazione attuale a livello musicale? C’è fermento?

Ci sono tanti musicisti bravissimi. Pensiamo ai Démodé, agli Amari, al nostro compagno di etichetta Il Cane, ai FilmDaFuga, agli Stayer e a tutta la compagine di ReddArmy. Le band e l’entusiasmo non mancano, a differenza delle strutture che potrebbero supportarle e dar loro spazio. Tutti noi lottiamo per appassionare e ricercare un pubblico sempre più numeroso in una regione che non si può collocare ai vertici delle classifiche per quanto riguarda la “calorosità”. C’è una massima di un noto poeta locale che descrive la nostra terra meglio di come lo abbiamo fatto noi: “Se ce la fai in Friuli, puoi farcela ovunque”.

Progetti futuri?

Vogliamo suonare il più possibile. Il più lontano da casa. Conoscere tanti ragazzi e ragazze. Visitare le città che ci ospiteranno. Bruciare chilometri a bordo del nostro furgone Volkswagen giallo del 1981 (sperando che il motore non faccia scherzi!) e scrivere molte altre canzoni. Stiamo fissando in questi giorni i concerti di presentazione di questo nuovo disco. Non vediamo l’ora di accendere il motore e partire.

 

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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