Published on Dicembre 23rd, 2013 | by Antonio Tortolano

Megamusic intervista i Beltrami

Oggi Megamusic vi propone l’intervista ai Beltrami. Da alcune settimane è in rotazione radiofonica “Tu, il mare”, il nuovo singolo estratto da “Intorno”, il primo album della band campana. I Beltrami sono: Giampiero Jum Troianello (voce e chitarra), Pasquale Omar Cardarelli (chitarra), Carmine Franzese (chitarra), Pasquale Rummo (batteria), Mario Urcioli (basso). Lo swing ‘n roll unito al rock contemporaneo hanno portato i Beltrami a lavorare su un progetto particolare dalle sonorità sofisticate, addolcite nei momenti più intimi e acustici.

“Intorno” è il vostro primo disco. Come nasce questo progetto?

“Intorno” nasce dalla fiducia che avevamo per il progetto e, soprattutto, per le canzoni scritte fino a quel momento. Avevamo chiuso un ciclo, portato a termine con ottimi risultati alcune cose iniziate tempo prima e credevamo che aspettare ci avrebbe fatto pensare troppo e forse desistere. Abbiamo deciso di non farlo e di metterci subito al lavoro, ci siamo chiusi in sala e abbiamo cominciato con le pre-produzioni. Con il senno di poi e nonostante qualche errore di foga e di mancanza d’esperienza, siamo davvero molto contenti di aver preso quella decisione.

“Eureka” e “Tu, il mare”. A quale singolo siete maggiormente legati?

Prova a chiedere ad un padre a quale dei suoi figli è legato di più. I nostri brani, le nostre creature più che creazioni, sono la stessa cosa; siamo legati ad ognuna delle nostre canzoni allo stesso modo in quanto a intensità, ad ognuna per un motivo diverso. Forse a “Tu, il mare” leghiamo una sensazione di maggiore consapevolezza della percezione del disco da parte degli ascoltatori e quella di un piccolo passo in avanti nella costruzione del nostro progetto. Ma son tutti ragionamenti molto razionali, lontani dalla sfera emotiva per la quale tutti i nostri figli son bellissimi.

Swing n’roll, rock e altre contaminazioni di generi. Con quale spirito avete affrontato questo viaggio?

Con la voglia di non pensare al genere. Ci siamo lasciati contaminare dal gusto, senza cercare di seguire una direzione precisa, di incastrarci in un binario, perché ci piace scrivere le canzoni e non le canzoni di un genere. La continuità l’abbiamo cercata in altro, nella scrittura dei testi e nei suoni che colorano l’intero disco. Ed è molto probabile che continueremo così.

Quali sono le band e gli artisti che hanno influenzato il vostro percorso artistico?

Le influenze sono legate, più che agli artisti, ai periodi. Ed è questo che spiega anche la risposta precedente. Ci piacciono tante cose, molto spesso tanto diverse tra loro. Proviamo a congiungere i punti e a portare tutto in sala e, di conseguenza, in composizione.

La crisi dell’industria discografica, major e indipendenti. Voi cosa ne pensate?

La crisi dell’industria discografica non è nient’altro che una parte della crisi che percorre in lungo e in largo qualsiasi settore della nostra povera penisola. Semplicemente pensiamo che finché l’ingranaggio che regola e muove tutto è vecchio, impolverato e arrugginito da tanti fattori collaterali, non ci sarà soluzione. Nel caso specifico della musica e dell’arte in genere risulta maggiormente un peccato, semplicemente perché siamo una nazione che in passato l’arte, in tutte le sue declinazioni, ha saputo insegnarla al mondo intero ed anche oggi avrebbe le potenzialità, le menti creative per farlo. Ma, purtroppo, non i mezzi per supportarne a giusto modo la forza. Per fortuna, ci piace sognare che qualcosa cambi, altrimenti non avremmo intrapreso questa strada.

L’anno scorso avete fatto molti live, specie in Campania. Quanto è importante il contatto con il pubblico?

Tantissimo. L’empatia con il pubblico è fondamentale, sia si tratti di un pubblico già affezionato, che conosce i testi e riesce ad emozionarsi con te che li stai suonando, sia di un “novello” che si trova per la prima volta di fronte a te e vive l’impatto, positivo o negativo, del tuo spettacolo. La musica è capace di trasformarsi ogni volta, le canzoni vivono in maniera diversa ad ogni live e la sensazione è percepibilissima dal palco. È proprio questa la sensazione che ci fa suonare ogni canzone, anche quelle che ormai suoniamo da anni, come fosse la prima volta, soprattutto nei posti in cui c’è poca gente che ci conosce e che quindi ha bisogno di una spinta empatica ancora più forte per essere coinvolta. Sono esattamente queste le situazioni live che preferiamo in questo momento di “espansione” del progetto.

Quali sono i progetti del 2014 dei Beltrami?

Continuare a portare “Intorno” in giro più che si può, in Campania e, speriamo quanto più possibile, in Italia. Nel frattempo, cominciare a scrivere di nuovo canzoni, una fase di cui sentiamo ormai la mancanza. E divertirci tanto e continuare a sentirci bene nel farlo.

E guardando ancora più avanti, se vi dico Sanremo, cosa pensate?

Pensiamo “e perché no?”. Siamo assolutamente contrari ai pregiudizi dei finti alternativi a tutti i costi. L’anno scorso abbiamo guardato Sanremo insieme, ci siamo divertiti a votare per ogni artista approfittandone per discutere di ogni brano e confrontarci su cosa ne pensassimo. Sanremo, dalla sua, ha mostrato da qualche anno un’attenzione migliore alla qualità anche se, ovviamente, ha da mantenere degli standard mainstream per una giusta questione di marketing.
Insomma, magari arrivasse qualcuno a proporcelo. Ci piace pensare che un giorno le nostre canzoni possano fare dei giri lunghi e larghi e arrivare fin lì, vorrebbe dire sicuramente qualcosa di buono.

 

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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