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Published on Gennaio 19th, 2015 | by Antonio Tortolano

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Che cos’è: Megamusic intervista Stefano D’Orazio

Lo scorso 16 dicembre è uscito Che cos’è, il nuovo singolo di Stefano D’Orazio. Un lungo silenzio, un allontanamento dalle scene musicali dopo il grande e inaspettato successo che era arrivato nella prima metà degli anni 90 con i Vernice. La band romana con brani come Quando tramonta il sole, Su e giù, Scema, Solo un brivido aveva scalato le classifiche di quegli anni e ottenuto grande seguito dopo dei Festivalbar esaltanti. Per Stefano D’Orazio adesso una nuova sfida, che precede l’uscita di un album che i fan dell’artista capitolino attendono da tempo. Non ha certo perso la voglia di rimettersi in gioco e lo testimonia Derby, il pezzo uscito un anno fa, un invito alla non violenza negli stadi. Abbiamo rivolto alcune domande a Stefano D’Orazio con cui facciamo un tuffo nel passato spaziando sulla musica attuale, sul momento della discografia italiana e su nuovi progetti…

Stefano, “Che cos’è” è on air da un mese. Qual è il primo bilancio che senti di tracciare?

Io confido molto nelle persone che stanno lavorando sul mio nuovo progetto, e non voglio assolutamente farli lavorare con dei tempi troppo stretti, so che sono in gamba e che piano piano tra alti e bassi riusciremo a fare un buon lavoro. Come partenza non mi sembra affatto male.

Come nasce il nuovo singolo e quando hai deciso che sarebbe stato questo quello giusto per il ritorno sulle scene?

Spesso sui singoli non ci si prende, magari pensi che è quello giusto poi ti accorgi invece che non è così. Abbiamo scelto d’istinto, è un brano fresco sbarazzino ma nello stesso tempo viene fuori comunque la mia anima rock. Poi il testo parla di cose che sono successe più o meno a tutti quanti, quindi ognuno può ritrovarcisi dentro.

L’album uscirà ad aprile, puoi anticiparci qualcosa? Ci sarà una contaminazione di generi?

Beh l’album è la vera opera, spero proprio di riuscire a rispettare i tempi fine aprile inizio maggio, sarà sicuramente un album, dove si sentirà anche una maturazione artistica, almeno spero. Sicuramente non tralasceremo l’immediatezza e l’istinto, che sono da sempre le mie caratteristiche. Non sono ancora sicuro se mettere tutti inediti o anche qualche brano che ai più è sconosciuto ma che fa parte di uno dei quattro album fatti con i Vernice e poi come solista.

La tua attività live non si è mai fermata ma per quasi nove anni non hai più pubblicato inediti. Come mai questa scelta?

A dir la verità non è stata solo una scelta, ci sono state delle circostanze che mi hanno portato per un periodo di tempo ad allontanarmi dal mondo della discografia. Nonostante tutto io in questi anni ho fatto tre brani inediti con ottimi risultati secondo me, naturalmente parlo di risultati artistici, perché non sono mai arrivati al grande pubblico. Passare da un momento all’altro da avere la Sony Music come casa discografica, Claudio Cecchetto come produttore a niente come potete capire non è la stessa cosa.

Cosa ne pensi dell’attuale momento dell’industria discografica? Meglio le major o le indipendenti?

Come detto già nella risposta precedente, io ero messo molto bene. E’ inutile negare che dischi non se ne vendono praticamente più, ci sono delle eccezioni ma anche queste eccezioni in proporzione qualche anno fa vendevano tantissimo di più. Se hai dietro una Major che crede ed investe, penso che ancora oggi sia la situazione migliore per arrivare in modo prorompente al successo, ma se devi essere considerato come uno dei tanti allora forse è meglio essere il numero uno di un etichetta più piccola. Per quanto mi riguarda al momento ho cambiato equipe di lavoro e insieme a tutte queste persone che lavorano per me a partire dai musicisti, arrangiatori, etichetta discografica “Rgb” capitanate dalla Prosincro che si occupa della promozione radiofonica, della stampa anche del digitale, sento che anche se non abbiamo una Major potremmo ritornare a certi livelli, purchè io scriva delle belle canzoni, che comunque sono la base di tutto.

Dei giovani artisti che hanno successo in questo periodo cosa ne pensi? C’è qualche nome che ti piace particolarmente?

Devo essere sincero come sono sempre stato, non c’è un artista in particolare dei nuovi che mi abbia colpito particolarmente. Sto aspettando che qualcuno mi possa sorprendere.

I Vernice si sono sciolti da quasi 20 anni, senti ancora qualcuno di loro? Hai qualche rimpianto ripensando a quegli anni?

Beh due componenti dei Vernice suonano ancora con me, Mauro Conti (bassista) e Massimo Nardini (tastierista), con gli altri non ho nessun rapporto e non potrebbe essere altrimenti. Il rimpianto è quello di non aver capito che quando ci sono interessi e popolarità di mezzo, i sentimenti ed i valori spesso vanno a farsi fottere.

Il momento più emozionante per te negli anni 90…

Di momenti emozionanti ce ne sono stati tantissimi, dai Festivalbar dove ero un collega di certi nomi che solo a nominarli. Aver conosciuto di persona artisti come Vasco, Pino Daniele, Lucio Dalla, De Gregori e tantissimi altri che non nomino altrimenti non se ne viene più fuori. Il più emozionante il secondo posto dei dischi più venduti con “Quando tramonta il sole”, estate 1994.

E’ di un anno fa l’uscita di Derby. Che esperienza è stata?

Anche quella molto interessante ed emozionante, un brano antiviolenza negli stadi, io sono tifosissimo della Lazio ma non dimentico mai che si tratta di sport e quindi di una cosa sana, purtroppo qualcuno è riuscito a farlo diventare uno schifo. Però se ripenso a quella domenica con lo stadio pieno al derby Lazio Roma, parte la mia canzone, io lì in tribuna e tutto lo stadio in silenzio ad ascoltarla. Che brividi…

Che rapporto hai con il tuo pubblico?

Il rapporto con il mio pubblico è veramente fantastico. E’ grazie a loro se mi sto rimettendo in gioco, mi hanno sempre spronato a non mollare e anche se molti si sono persi per strada, ce ne sono tanti che fanno veramente il tifo per me, sicuramente qualsiasi cosa io faccia non sarà mai abbastanza per ringraziarli fino in fondo.

Quali sono i progetti futuri di Stefano D’Orazio?

I progetti, naturalmente mi riferisco a quelli artistici, prevedono dopo “Che cos’è”, un nuovo singolo fine aprile – inizio maggio, ma soprattutto contemporaneamente uscire con un album. Anche se non sarà facile, ce la metteremo tutta per far sì che la gente si accorga nuovamente di noi, anche perché io credo che il mio successo arrivò dopo una lunghissima gavetta, molte delusioni e quindi meritato. Io faccio anche altre cose, ma come mi sento bene quando sono sul palco, non mi sento da nessun altra parte.

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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