Published on Luglio 15th, 2014 | by Antonio Tortolano

Boomerang. Megamusic intervista Il Cane

Boomerang è il terzo album di Matteo Dainese, aka Il Cane, uscito su Moscow, in collaborazione con Matteite. Questo nuovo lavoro da solista dell’artista friulano, che si avvale di diverse collaborazioni, è stato scritto, prodotto e realizzato dallo stesso Dainese.  Maledizione, di cui vi proponiamo il videoclip è il primo singolo estratto da Boomerang. Abbiamo rivolto alcune domande a “Il Cane“, che ci racconta come è nato questo nuovo progetto, delle differenze con i precedenti lavori, del suo essere artista nell’epoca dei social network e di tanto altro ancora…

A quattro mesi dall’uscita di Boomerang, quale bilancio senti di tracciare?

Direi positivo perché, dopo un trentina di concerti serratissimi a suonare i brani dei primi tre dischi, come sempre ho già voglia di scriverne un quarto. Dunque ho comprato nuovi ‘aggeggi’, ho montato lo studio nella stanza più grande di casa e in questi giorni sto registrando batterie dalla mattina alla sera.

Quali sono le principali differenze, che tu stesso hai notato, tra questo nuovo album e Risparmio energetico?

Sicuramente l’arrangiamento delle voci, per la prima volta curato da altri, per quanto riguarda Boomerang da mio cugino Tony Dainese. Poi l’essermi imposto di registrare una chitarra acustica dall’inizio alla fine di ogni brano, così da semplificarmi la vita e poterlo suonare dal vivo solo chitarra e voce, senza essere vincolato troppo dall’orgia di percussioni, synth e archi presenti nel disco, dei quali (come dice l’amico Mircone) sono decisamente ghiotto. Senza dimenticare lo splendido e piacevole lavoro di missaggio con Marco Lega, che non vedevo da diversi anni di persona. Infine la cosa forse più tosta, cioè il mio stato emotivo in fase compositiva: anche questa volta per Boomerang, era nettamente diverso sia da quello che avevo durante la stesura di Risparmio energetico sia di Metodo di danza.

Raccontaci la scelta di Boomerang come titolo. Che significato gli dai?

Mi auto-cito (ride, ndr): Quando si lancia un boomerang (dopo 5 secondi come 10 anni), ritorna in contropiede nelle proprie riportandoci esattamente a quello che siamo stati e abbiamo provato al momento del lancio, La ritorsione può avere un effetto controproducente, facendoci sentire disarmati, ingenui, superficiali. Oppure positiva, focalizzando la nostra maturità, il nostro amore per il prossimo, magari di fronte a un figlio alto due metri del quale non abbiamo mai saputo nemmeno dell’esistenza, o di fronte a un amore, a un’amicizia che si sgretola facendoci paradossalmente sentire più liberi e consapevoli.

C’è un pezzo, che secondo te, degli 11, rappresenta di più questo album?

Inevitabilmente amo tutti i brani del disco, anche se per quanto riguarda la scelta dei singoli sono poco obiettivo, dunque mi faccio sempre aiutare da Barbara dell’ufficio stampa e Davide Moscow dell’etichetta. Tant’è che il brano che amo di più e che rappresenta al meglio quest’album è Spettri, che non è tra i primi singoli, che sono Maledizione e Vero.

Ti avvali di diverse collaborazioni. Quanto sono state importanti per la realizzazione di questo lavoro?

Come dico sempre, Il Cane è l’unico progetto del sottoscritto (direi un laboratorio) dove in fase di scrittura e registrazione mi isolo per mesi, suonando e registrando un po’ tutti gli strumenti. Questo tipo di lavoro dà un sacco di libertà da una parte ma ha altrettanti limiti, perché il confronto con gli altri è importantissimo per crescere e capire cosa succede nel mondo oltre il giardino. Per me contattare colleghi e amici musicisti in giro per il pianeta, domandando loro di partecipare a un brano, è una necessità concreta oltre che un piacere enorme. E anche quando, di rado, qualcuno non si sente a suo agio perché il pezzo non è pane per i suoi denti, sono felice di sentirmelo dire. Sbagliando, si impara.

Qual è il tuo rapporto con il pubblico nell’epoca dei social network?

Partendo dal presupposto che conosco solo Facebook, che peraltro ho aperto esclusivamente su richiesta dell’ufficio stampa che ha curato il mio primo disco uscito su La Tempesta (Metodo di danza), riconosco la funzionalità dei social e come il pubblico possa usarli in modo diretto per esternare il proprio pensiero su album, un video o un libro, per dire. Però, per fare un altro esempio, non mi affido esclusivamente agli inviti su facebook. Preferisco non perdere le buone abitudini e continuo a telefonare agli amici sparsi per la penisola, per invitarli personalmente. Niente può sostituire il rapporto personale reale. La rete è utile ma in fondo è asettica.

Cosa ne pensi dell’attuale momento dell’industria discografica? Meglio le major o le etichette indipendenti?

Credo che non ci sia molto da dire, entrambe le situazioni hanno qualcosa di positivo ma sono comunque ‘alla frutta’. Penso che per lavorare bene a un disco si debba creare dei team, dividendo e assegnando i lavori nello specifico a persone diverse e competenti, le quali credano nella visibilità del progetto dimenticandosi dei grandi introiti. Ora come ora, delegare tutta la responsabilità del lavoro promozionale di un album a una sola etichetta è molto rischioso e pure costoso. Sono finiti gli anni 90 (ride, ndr).

Progetti futuri?

Il 2015 come ogni anno, porterà nuovi e vecchi incontri. Da settembre oltre a Il Cane sarò nuovamente in tour con Il Mercato Nero, progetto che condivido con Manuel Fabbro ed Egle Sommacal. Inoltre mi sono entrati dei nuovi lavori di arrangiamento, alternati a un bel po’di band con le quali mi “limito” a suonare i tamburi. Grazie per l’intervista, Antonio.

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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