Published on Giugno 6th, 2014 | by Antonio Tortolano
Alibi. Megamusic intervista i Park Avenue
Oggi vi proponiamo su Megamusic l’intervista ai Park Avenue. La band novarese ha pubblicato recentemente Alibi, il nuovo album con dodici tracce, interamente in lingua italiana, che segue l’Ep di inediti Ossigeno che era uscito l’anno scorso. I Park Avenue sono Federico Marchetti (voce e chitarra), Marcello Cravini (chitarre), Alberto “Spillo” Piccolini (basso) e Vinicio Vinago(batteria) e sono al nono anno di attività.
Si sono esibiti in Germania al Tahuberthal Open Air Festival, allo Sziget Festival di Budapest e a Praga al Rock For People, proponendo il loro repertorio inedito prima di grandi artisti internazionali tra cui Gogol Bordello, The Killers, Massive Attack, Pink e The Offspring.
I Park Avenue sono anche stati opening act di artisti quali Ligabue nel ‘Tour Stadi 2010’ a Messina e Pescara; Biagio Antonacci a Salerno; Skunk Anansie e Mogwai a Napoli; Baustelle e molti altri…
Alibi mette in evidenza un sound convincente che racchiude in sé temi forti e originali, alternati agli spunti intimisti delle ballad. La nostra intervista ai Park Avenue.
Alibi arriva subito dopo Ossigeno. Come nasce la scelta di tornare a cantare in italiano?
Non abbiamo mai scritto solo in inglese, è una scelta fatta per farci capire meglio, volevamo mandare un messaggio chiaro e volevamo avere la sicurezza di essere compresi. Continueremo a proporci ,comunque, in entrambe le lingue.
Oltre ovviamente alla lingua, rispetto a Time To, quali sono le principali novità su cui avete puntato per realizzare questo lavoro?
La differenza principale sta nel modo meno”prodotto” con cui abbiamo registrato i brani, rendendoli più simili alle sonorità “live”.
Cantare in inglese vi ha aperto a serate importanti a livello internazionale. Quale ricordate con maggiore emozione?
Sicuramente lo Sziget Festival, non avevamo mai visto una cosa del genere:musica e giovani ovunque, ci siamo sentiti ” cittadini del mondo”.
Invece, degli opening act in Italia, quale momento custodite con maggiore piacere?
Aprire due concerti di Ligabue, oltre ad essere stato un onore è stato un sogno che si realizzava per il fatto di averlo fatto in due stadi dinnanzi a migliaia e migliaia di persone.
Qual è la ricetta secondo voi per far uscire dalla crisi anche l’industria discografica? Meglio le major o le indipendenti?
Noi abbiamo optato per l’autoproduzione. I problemi sono moltissimi per entrambi i mondi, finché contano solo i soldi sarà dura fare uscire l’arte.
C’è una band italiana che apprezzate particolarmente in questo periodo?
Ce ne sono parecchi, in particolare apprezziamo le carriere dei Perturbazione e dei Marta sui tubi, per un discorso di tenacia e bravura. Chiunque riesca a suonare per anni a certi livelli è meritevole di stima, al di la’ del genere che si propone.
Come vivete il rapporto con il pubblico nell’era social?
Bene, non si può fare a meno dei social altrimenti sei “out”. Ci piace proporre sempre cose nuove per chi ci segue, sembra quasi di avere una programmazione social ed una mainstream.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Continuare sempre, sperando vada sempre così, sempre meglio!