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Published on Novembre 12th, 2014 | by Antonio Tortolano

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Ufficialmente pazzi: Megamusic intervista Pallante

Uscirà a inizio dicembre Ufficialmente pazzi, il nuovo album di Pallante. Il chitarrista romano torna sulle scene musicali sette anni dopo “Da piccolo giocavo a bocce” e lo fa ha lanciando  Tutto quello che resta  (del perduto amor), il singolo che precede l’uscita del disco. Scritto, suonato ed arrangiato con Alex Britti, è un brano che lo stesso Pallante definisce “ironico e scanzonato“. Il videoclip è firmato da Federico Toraldo. Un pezzo che vede la presenza ai cori anche di Erica Mou. Il nuovo album, dove partecipano personaggi di spessore del jazz contemporaneo come Pino Forastiere e Michele Rabbia,  è certificato Vegan Ok, con l’artista che da anni si batte a favore della cultura della non violenza. Nel 2015 Paolo Pallante sarà impegnato anche in un Veg Tour, che toccherà soltanto posti “cruelty free“.

Tutto quello che resta (del perduto amor). Come mai la scelta di questo singolo per il lancio del nuovo album?

Mi piaceva partire in modo scanzonato, ironico, prendendomi poco sul serio. Nel disco che uscirà a dicembre c’è una visione completa e attenta, un mondo musicale ricco e variegato. Il singolo deve avere la necessaria “compattezza” e fruibilità destinata ad un brano che per lo più passa in radio e non ci si può aspettare che uno fermi l’auto sul ciglio della strada per ragionare sul testo o su un’armonizzazione, così abbiamo scelto il pezzo che meglio mi rappresentasse in soli tre minuti, un brano che si facesse riascoltare con il sorriso.

 Come nasce la collaborazione con Alex Britti?

 Siamo amici di vecchia data e come capita spesso quando si passa un pomeriggio a suonare stesi sul divano, ogni tanto escono fuori cose “buone” . Ci è sembrato un buon pezzo e così abbiamo cominciato a lavorarci insieme. Capita spesso di confrontarsi su cose che stiamo facendo, sull’andamento del nostro lavoro e questa volta sono davvero contento che sia nata una vera e propria collaborazione discografica. Abbiamo suonato un po’ tutto noi e Alex è in una veste curiosa e decisamente “funzionante” di batterista e bassista. Sua è anche la lap steel guitar che caratterizza moltissimo il pezzo. Io ho suonato le chitarre, l’ukulele e ho cantato. I cori sono di Erica Mou. Devo molto ad Alex e la nostra amicizia ventennale si è sempre tenuta lontano dal lavoro. Se oggi abbiamo fatto questa cosa insieme è perché è uscita fuori in modo molto naturale, grazie al grande rispetto umano e professionale che abbiamo ognuno dell’altro. Non posso che essergli grato per l’apporto che ha sempre dato al mio fare musica, anche solo con le tante serate passate a ragionare e a parlare della vita. 

Sette anni tra un album e un altro. A cosa è dovuto questo lasso di tempo così lungo?

Alle tante (e bellissime) cose della vita. Finito “Da piccolo giocavo a bocce” e la lunghissima serie di concerti che lo hanno accompagnato ho avuto voglia di smettere di andare in giro. Ho fatto altre cose, mi sono dedicato alla mia crescita personale e oggi sono contento delle scelte che ho fatto. Per il resto, un disco come “Ufficialmente pazzi” ha necessitato di un lungo tempo, sia per la scrittura che per l’arrangiamento. Non è stato un disco semplice. Per fortuna poi, ci sono gli amici ad aiutare a tener dritto il timone. Oltre ad Alex c’è stata la presenza continua e fondamentale di Pino Forastiere, altro grande chitarrista acustico, sperimentatore e musicista di grande modernità. Credo che senza Pino non avrei portato a termine questo disco. Poi c’è Michele Rabbia, percussionista dell’impossibile, il più grande di tutti e anche Mike Applebaum, l’immancabile e prezioso Eric Daniel, Massimo Pirone, Filippo Pedol. Insomma un sacco di amici che hanno saputo darmi i consigli giusti e mettere la loro arte al servizio di un progetto cantautorale. Una parola a parte merita il bravissimo Davide Palmiotto che ha registrato la maggior parte dei pezzi del disco al Forum di Roma e che per me è anche un prezioso collaboratore a cui chiedere sempre un consiglio. Alcuni altri pezzi son stati registrati invece da Stefano Amerio ad Artesuono. I missaggi sono di Fabio Patrignani, vero artista del mix.

Che riscontro ti aspetti da Ufficialmente pazzi?

Nessuno, nel senso che non mi aspetto nulla. Il mio obiettivo era fare un bel disco e oggi posso dire di averlo fatto. Non avevo l’obiettivo di venderlo a qualcuno o che suscitasse interesse della “critica”. La critica non esiste. Esiste la musica.

 Aprire i concerti di Carl Palmer. Che atmosfera hai respirato esibendoti all’estero?

Bellezza, sicurezza, professionalità, pubblico attento e caloroso. Carl mi ha insegnato cosa significa essere una star, una vera star, uno che è conosciuto a Parigi a Londra o a Tivoli. Eppure la prima sera che abbiamo suonato in un teatro io stavo nel mio camerino, da solo, un po’ teso e lui è venuto da me, ha bussato, si è affacciato e ha detto: cosa fai qui da solo, viene con noi in camerino, stiamo insieme. Capisci? Io venivo dal contatto con i “quasi artisti” italiani tutto camerini, alberghi, macchinoni, guardie del corpo e festicciole. Gente che appena varca il confine tra Lazio e Umbria nessuno sa chi siano eppure ti guardano dall’alto in basso. Quando stavamo ripartendo e io tornavo in Italia, sono andato a ringraziarlo per l’opportunità e la splendida esperienza. Lui, dandomi la mano mi ha risposto che dovevo ringraziare me stesso, non lui. E’ stato un bell’insegnamento, non lo scorderò.

Il tuo nuovo album è certificato Vegan Ok. Ci racconti il tuo impegno nella cultura della non violenza?

E’ l’impegno di chi in tutta onestà decide che non è il caso di sterminare un pianeta e tutti gli esseri che ci vivono per essere felici, è la scelta di chi davvero rispetta la vita e quindi non la toglie a nessuno, è la scelta di chi si chiede in maniera critica cosa stia comprando, mangiando, mettendo addosso. Se ci poniamo questo tipo di domande, i nostri comportamenti saranno la necessaria conseguenza. Nessuno di noi vorrebbe che esistesse ancora l’olocausto eppure esiste un olocausto silenzioso, nascosto e tristissimo che coinvolge continuamente gli altri esseri viventi del pianeta, ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo. Questo disco è certificato da Asso Vegan, una associazione internazionale che si occupa di scelta vegana e questo mi riempie di orgoglio, ne sono felice e il mio impegno è quello di diffondere il più possibile la consapevolezza che siamo energia vitale, siamo parte della natura e la dobbiamo difendere, non offendere come continuamente facciamo.

La tua ricetta per far uscire dalla crisi l’industria discografica. Quale futuro per label indipendenti e major?

Non ci sono ricette, ci sono buoni progetti e onesti lavoratori. Dal canto mio sono un indipendente che punta sul suo lavoro. Ho investito su di me e sulle mi idee, non chiedo niente a nessuno se non di guardare alle cose fatte bene o fatte male. Dalle major non ho mai avuto nulla e credo che continuerà così.

Veg Tour. Quando partirà?

Dall’anno prossimo, dopo che sarà uscito il disco e mi sarò concesso un bell’inizio d’anno fuori dall’Italia.

Progetti futuri?

Il progetto è sempre lo stesso da anni, e devo dire che funziona bene: essere felice.

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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